A Chioggia diga subacquea e ripascimenti, Sottomarina non trova pace

Gradoni sul litorale con dislivelli di diversi metri provocati dal lavoro di erosione delle onde Danni ingenti negli stabilimenti  come Il Naviglio e Bagni Miki

SOTTOMARINA Tre giorni di vento e mareggiate hanno lasciato il segno sui litorali di Sottomarina e Isola Verde. Dalla bora di venerdì, allo scirocco di sabato e domenica che ha ingrossato il mare che è penetrato fino alle barriere che tengono la sabbia nelle giornate particolarmente ventose, ma si è pure mangiato diverse centinaia di metri di spiaggia.

La parte più colpita è stata la zona sud del litorale di Sottomarina, dove la spiaggia è stata letteralmente inghiottita dall’acqua e dalle onde che hanno formato dei gradoni con dislivelli di alcuni metri, spazzando via, in qualche caso le difese alzate dagli operatori balneari per proteggere il proprio stabilimento dalla furia degli elementi durante l’inverno. Lo spettacolo che si presentava ieri mattina in riva al mare era davvero angosciante, con l’acqua che arrivava a lambire le direzioni degli stabilimenti, quindi parecchi metri all’interno rispetto al sedime naturale.

Danni piuttosto notevoli si segnalano, in particolare, nella zona dei Bagni Miki e nella zona dello stabilimento Il Naviglio, per quanto riguarda Sottomarina, mentre a Isola Verde purtroppo si è nuovamente ripetuto il disastro che accade ogni qual volta insistono le mareggiate. La spiaggia praticamente non esiste più nella cella numero sei, di fronte al villaggio turistico Isamar, il più importante e conosciuto di Isola Verde. Sotto accusa i lavori della diga soffolta (cioè che non apare in superfice, subacquea) che, tra l’altro, avrebbe proprio il compito di proteggere la spiaggia di Sottomarina dalle mareggiate ed i ripascimenti di Isola Verde. «Sono due aspetti», spiega Giorgio Bellemo, presidente di Ascot, «che devono essere rivisti. La diga soffolta può anche andare bene, ma così rischia di creare più danni che altro. L’altro aspetto riguarda i ripascimenti di Isola Verde, la località sempre maggiormente colpita dalla erosione della spiaggia durante le mareggiate. Dobbiamo cominciare a pensare a queste opere in maniera diversa per evitare che ad ogni mareggiate siamo sempre alle stesse problematicità» .

C’è anche chi ha considerato il fatto che la chiusura prolungata delle bocche di porto con la sollevazione delle paratie del Mose, possa aver scaricato l’acqua in eccesso sul litorale. «Questo è il solito principio dei vasi comunicanti», afferma sempre Bellemo, «dove si dice che l’acqua fermata all’ingresso della laguna si deve riversare da altre parti, in questo caso sulla spiaggia. Non credo che questo corrisponda al vero, in quanto il problema della erosione della spiaggia lo abbiamo avuto anche quando il Mose non era in funzione e quindi non c’entra nulla». Se la spiaggia continua ad essere, durante l’inverno, sferzata dalle mareggiate, i centri storici di Chioggia e Sottomarina, con la messa in funzione del Mose, continuano a rimanere all’asciutto e gli stivali di gomma sembrano essere solamente un lontano ricordo. —

DANIELE ZENNARO

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