A Chioggia chiuderà l’Aspo

Il sindaco Ferro: «Una opportunità che va sfruttata con intelligenza»

Dall’Autorità unica nuove opportunità per lo sviluppo dello scalo clodiense, e della crocieristica, purché Chioggia non abbia un ruolo da cenerentola.

Questo il minimo comun denominatore nei commenti in città sul varo della Riforma dei porti approvata giovedì dal Consiglio dei ministri. Una rivoluzione che prevede tra le altre cose l’unificazione di molti porti, tra cui Venezia e Chioggia, sotto un’unica cabina di regia.

«È senza dubbio un’opportunità per noi», sottolinea il neosindaco, Alessandro Ferro, «ma va sfruttata con intelligenza. Non vogliamo avere un ruolo subalterno a Venezia. Nell’autorità unica vogliamo poter aver peso decisionale e un ruolo definito. Non accetteremo nessuna egemonia da parte di Venezia, su questo faremo sentire chiaramente la nostra voce. Non sappiamo ancora come sarà costituita questa autorità, l’importante è che l’identità di ciascuno sia rispettata. Lavorare con Venezia può portare sicuri benefici al nostro porto anche in chiave di sviluppo della crocieristica».

In attesa che si definiscano ruoli e competenze dell’Autorità unica è già evidente una prima diretta conseguenza per Chioggia.

L’Azienda speciale per il porto, l’Aspo, non avrà più motivo di esistere. Per 30 anni si è occupata di programmazione, pianificazione e promozione, ma questi ruoli competeranno all’Autorità unica che dovrà occuparsi sia dello scalo commerciale, in Val da Rio, sia delle vecchie banchine di Isola Saloni, dove è stata realizzata negli ultimi anni la stazione marittima passeggeri.

«Chioggia dovrà cogliere fino in fondo questa nuova opportunità», spiega il comandante Oscar Nalesso (in foto), consigliere di Aspo e promotore della marittima, «lavorare con Venezia, sfruttando le stesse linee operative, le stesse tariffe e la stessa direttrice promozionale, è senza dubbio una possibilità straordinaria per Chioggia che deve però saperla cogliere fino in fondo ricavandosi un ruolo non secondario. Penso ad esempio agli enormi margini di sviluppo della crocieristica sfruttando la vicinanza di Venezia e la sua saturazione. Nella nuova legge si parla di porto lagunare diffuso, ecco credo che quello con Venezia dovrebbe essere appunto un porto unico che si espande su più realtà limitrofe».

Grande attenzione per come procederà la riforma sul campo.

«Auspico che vi sia la dovuta considerazione per le potenzialità di Chioggia», sottolinea la consigliera regionale Erika Baldin (M5S), «che va vista anche come meta utile a Venezia in modo che non sprofondi di turisti. Serve cooperazione e ruoli paritari che portino benefici a tutti».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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