A Campalto spuntano le cupole della chiesa copta

CAMPALTO - In tempo di crisi, per la maggior parte delle comunità religiose, cattolica compresa, realizzare un edificio di culto che non sia una semplice sala di preghiera, ricavata in un capannone in affitto, è davvero una chimera. Ecco perché stupisce, provenendo dall’aeroporto in direzione Mestre, poco prima dell’Hotel Antony, scorgere un grande edificio pieno di cupole. A due passi dal cimitero di Campalto, di fronte al Don Vecchi Quater, in questi mesi è cresciuta velocemente la chiesa dei cristiani copti ortodossi. E i lavori sono a buon punto. La comunità egiziana di Venezia, conta centinaia di persone, moltissime delle quali impegnate nel campo della ristorazione. I copti sono proprietari di un ampio spazio, da anni erano impegnati nella ricerca di fondi per costruire un luogo di culto degno di questo nome, in grado ospitarli tutti e non una soluzione provvisoria. La concessione edilizia è stata ritirata ad inizio anno, nonostante tempi lunghi di attesa legati al Piano regolatore e al Piano integrato di Campalto. Poi il via. Il committente è la Diocesi copta ortodossa di Milano, cui fa capo la comunità veneziana, l’architetto è Nicola Randolfi, con studio a Venezia che da anni segue i copti. Il lotto di 9.640 metri quadri, comprende un edificio dove alloggerà il sacerdote da adibire ad uso della comunità. Il corpo del luogo di culto si compone di una grande cupola al centro, già visibile, e diverse cupole e semicupole ai lati. Per entrare si attraversa un giardino, poi si giunge in quadriportico (che forse sarà realizzato in un secondo momento) con una vasca per le abluzioni. Il tutto corredato da giardino, ma anche parcheggio e viabilità di ingresso. Oggi, dopo che è mancato Shenuda III, la massima autorità spirituale è Tawadros, il 118esimo papa della chiesa copto ortodossa.
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