Il Consiglio comunale dice no all’albergo nell’ex Orto Botanico di San Giobbe

Contrarie alla nuova struttura tutte le forze politiche, ma l’opposizione non partecipa al voto. La richiesta di trasformare l’arre in un albergo arrivava dal Gruppo Marseglia

Marta Artico
L' area dell'ex Orto Botanic di San Giobbe
L' area dell'ex Orto Botanic di San Giobbe

Così come preannunciato in commissione durante la discussione, il 19 giugno il consiglio comunale ha messo nero su banco il suo «no» alla realizzazione di una struttura alberghiera nell’ex Orto Botanico a San Giobbe.

La delibera nasce dopo che i giudici amministrativi, nel luglio scorso, hanno accolto il ricorso presentato dal gruppo Marseglia, proprietario dell’area di quasi 9 mila metri quadrati, in cui si contestava la procedura del diniego cui gli uffici tecnici erano arrivati nell’agosto del 2019 e sostenendo d’altro canto che, visto il valore pubblico dell’intervento, sul progetto e sulla richiesta di deroga – possibile in specifici casi come accaduto per l’ex sede della Camera di Commercio in calle Larga XXII Marzo – si dovesse esprimere il Consiglio.

La decisione

Così è stato. Il Consiglio nella sua ultima seduta ha dunque rispedito al mittente la proposta. Il Pd e altri consiglieri di minoranza non hanno partecipato al voto, non tanto perché favorevoli alla struttura ricettiva – tutti i gruppi si sono espressi contro sin dall’inizio – ma per una questione di sovrapposizione delle competenze.

Il fatto cioè che si tratta di una “prima volta”, in cui il Consiglio è stato chiamato ad esprimersi, su richiesta della giustizia amministrativa: «Non è stato ritenuto valido il parere degli uffici tecnici comunali al diniego, adesso il consiglio deve riesprimersi, una richiesta pericolosa che potrebbe essere replicata di nuovo per ogni istanza, oltre al fatto che la società potrebbe anche impugnarla», è stato spiegato.

Il consigliere Andrea Martini di Tutta La città Insieme, ha invece proposto un emendamento alla delibera, bocciato, in cui chiede di stralciare la parte nella quale si fa riferimento alla gestione del turismo da parte del Comune e ritornando alla sua contrarietà al ticket d’accesso, che secondo il consigliere «non gestisce assolutamente nulla e la pressione turistica è aumentata come i numeri della smart control room documentano».

La vicenda

Ma andiamo con ordine. Dopo la presentazione della proposta, nel 2019, la Società San Giobbe ha ricevuto una prima risposta interlocutoria dagli uffici, con cui si evidenziava l’inapplicabilità del procedimento di deroga previsto dalla delibera 11/2018, con cui il Consiglio ha posto fine all’insediamento di nuove strutture ricettive nel centro storico, essendo invece necessaria una variante ai piani urbanistici del comune.

Contro la decisione, la società San Giobbe ha presentato ricorso al Tar che ha parzialmente accolto il ricorso, ordinando al Comune (e su questo punto le minoranze sono in disaccordo con la maggioranza) di sottoporre la proposta alla valutazione del consiglio comunale.

Avverso la sentenza del Tar del Veneto, il Comune si è appellato al Consiglio di Stato, anche per evitare che passi in giudicato un’errata interpretazione delle norme urbanistiche comunali cosiddette blocca-alberghi introdotte a tutela della residenzialità e della conservazione del patrimonio edilizio storico, nonché del tessuto socioeconomico, fondato su un rapporto equilibrato fra le funzioni urbane.

In attesa del giudizio del consiglio di Stato, il Comune ha deciso di ottemperare alla sentenza del Tar, sottoponendo la proposta alla valutazione del consiglio, il quale ha respinto la proposta della società, ritenendo contraria al pubblico interesse la realizzazione di una struttura alberghiera in una delle aree più importanti della città antica destinata alla residenza, parte della quale a canoni sostenibili e alla realizzazione di verde pubblico e attrezzature d’interesse collettivo. —

 

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