Venezia, il ritorno di Pomini «A Pisa mi sono emozionato»

Il portiere di Isola della Scala in campo dopo oltre dieci mesi di assenza «Con Molinaro cerco di mettere la mia esperienza al servizio dei più giovani»
cruccu foto er pisa venezia pomini
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MESTRE. Da Pescara a Pisa, un’attesa lunga per Alberto Pomini, dall’ultima partita da titolare con la maglia del Palermo (3 aprile 2019) alla prima con la casacca del Venezia (22 febbraio 2020). Cambiano gli scenari, ma è cambiato anche il risultato: sconfitta a Pescara (2-3), vittoria a Pisa (2-1). «Mi sono tolto un po’di polvere, un po’di ruggine e ho perso la voce». Scherza Alberto Pomini, pronto a difendere la porta del Venezia anche domani contro il Cosenza dopo l’infortunio di Lezzerini.

«I primi sei mesi, tra un infortunio e l’altro, sono stati un po’ complicati, sapevo quale era il mio ruolo quando sono venuto al Venezia e finora Lezzerini aveva disputato un grande campionato. È comunque sempre bello poter avere l’occasione di dimostrare in partita il proprio valore. A causa degli infortuni, in questa stagione ho avuto poche occasioni, anche nelle amichevoli».

Un contrattempo durante la preparazione estiva, poi l’infortunio al braccio a metà settembre con uno stop di un paio di mesi e il ritorno a disposizione di Dionisi solo il 9 novembre con il Livorno, ultima vittoria casalinga del Venezia. «Emozione a quasi 39 anni? Quella c’è sempre», ha ammesso il portiere di Isola della Scala, «quando non ci sarà più, farò altre cose. È logico che vivi la partita in maniera diversa. Difesa nuova? Cambia poco, la dirigi come se fosse stata sempre la stessa, il ruolo del portiere è fondamentalmente quello, soprattutto quando la squadra sta attaccando, per richiamare i compagni, prevenire potenziali rischi. Tutti sanno quello che devono fare».

Dopo 9 partite, il Venezia è finalmente uscito dalla zona rossa. «La classifica non ci premia per quanto fatto finora, anche se abbiamo commesso pure noi degli errori. Non era facile andare a vincere uno scontro diretto in trasferta come fatto a Pisa, dove abbiamo anche sofferto, ma non tantissimo e dalla mia posizione ho sempre avuto la percezione che non potessero farci tanto male». L’esperienza di Pomini e Molinaro si è fatta sentire all’Arena Garibaldi.

«Cerchiamo di dare una mano ai compagni più giovani, l’esperienza ci consente di sopperire a quelle che possono essere le mancanze fisiche dettate dall’età. Sappiamo di dover infondere tranquillità, ci sono momenti in un partita dove è sufficiente anche uno sguardo».

Adesso si ritorna al Penzo (10 punti in 12 gare). «Se avessimo la soluzione a questa differenza tra casa e trasferta, l’avremmo già messa in pratica. In carriera non mi era mai capitato. Non so se questa necessità di trovare la vittoria al Penzo, si stia trasformando in un peso. È abbastanza inspiegabile, anche noi cerchiamo di capirci qualcosa, magari basterebbe solo un successo per sbloccarci. I punti sono comunque uguali in casa o fuori, basta che arrivino quelli necessari per salvarci. Le prossime tre partite saranno una chiave per capire il futuro di tutte le squadre». —

Michele Contessa

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