Venezia da brividoè seconda in classifica
Gioco confuso e molti errori da parte arancioneroverde, ma l’assalto finale fa esplodere il 'Penzo' di gioia. Il gol-partita al 4’ di recupero

VENEZIA.
Cross di Mattia Collauto, deviazione di Paolo Poggi e capocciata giusta di Oscar Brevi. Sì, ci vuole lucidità in testa e magari anche la testa bella lucida per inventare una giocata da manuale al minuto 94 di una partita tutto nervi, confusione, e qualche errore di troppo. E così il Venezia dei sempreverdi (dei tre il baby è Collauto, che ha già passato gli anni del Signore), vince una partita che a tre minuti dal novantesimo stava perdendo. Perchè non leggerlo come un segno buono?
Tre punti da ricordare.
Il 2-1 finale contro questa Cavese vale oro e se anche non profuma di rose è importante sia perchè al di là di tutto porta tre punti che in questo momento significano secondo posto alla pari del Padova (pensate che brutto sarebbe stato andare domenica prossima all'Euganeo con due punti in meno) sia perchè può essere una esperienza importante per capire cosa non fare. Nel senso che il primo tempo è buttato via senza trovare idee e palloni furbi, con una squadra spesso lenta nel ripartire, e nel secondo ce ne mette un bel po' prima di aprire il gioco e lavorare sugli esterni, unico sistema per arrivare a rovesciare l'andazzo.
Domanda onesta.
Nel raccontare questa partita tuttavia è giusto porsi una domanda: cosa avremmo detto e scritto se i giochi si fossero chiusi con qualche minuto d'anticipo, magari sull'1-0 per la Cavese, come credevano gli uomini di poca fede che hanno lasciato lo stadio smoccolando per arrivare all'imbarcadero prima degli altri? Insomma, a farvela breve, per stavolta è giusto guardare in faccia la realtà, dire che è andata bene e ringraziare il santo del giorno. Magari un'altra volta giocherai bene, darai spettacolo e il destino ti toglierà qualcosa. Ma questa nona di campionato va suonata senza lamenti. Chi non avrà questo buon senso dirà che è stata la vittoria del coraggio, del cuore, di quello che volete, e andrà bene lo stesso.
Ma perché.
Cosa ha proposto di così "rognoso" questa sfida con la Cavese? Anzitutto l'alta intensità agonistica degli avversari, una squadra che sa proteggersi bene e ripartire con una certa rapidità. Meno cattiva rispetto alla Cavese che sbancò il Penzo nel maggio 2006 per la Supercoppa, ma molto attenta, furba, sicuramente maliziosa se si pensa che due-tre volte si aggrappa alla farsa del fair play per frenare l'azione veneziana. Sì perchè non è possibile che un armadione come Ercolano cada e resti per terra ad ogni contrasto. Una squadra che comunque ha anche qualità, soprattutto in De Giorgio, uno che ragiona correndo ed ha piedi che gli permettono l'assist di tacco per il gol di Ercolano.
Rivediamo i gol.
Prima la traversa di Ercolano (13'), con Tarantino che sciupa la respinta. Poi Gennari pareggia i legni, assist di Mattielig, sinistro a colpo sicuro, si può chiamarla sfiga ma la porta era spalancata. Nel secondo tempo il resto: 19' contropiede della Cavese, De Giorgio fa "il Mancini" degli anni doriani ed Ercolano smarcato piazza un destro a girare che prima si allarga e poi si spegne accarezzando il palo sinistro di Aprea. Pareggio al 42', l'assalto è in corso, anche se un po' confusionario. Brevi-rovesciata, Gennari allunga il piede e colpisce giusto, la Cavese chiede il fuorigioco e l'arbitro dice no. E poi Oscar Brevi, al 49' con l'azione raccontata all'inizio. Un gol sotto la curva, un 2-1 che è più di una liberazione. Occhio che in mezzo c'è anche un'altra traversa piena di Pradolin, per cui se si parla di Venezia poco bello è un conto, ma di Venezia-scippatore no, non si può.
Buon derby a tutti.
C'è chi non guarda la classifica e chi sì. Di sicuro domenica a Padova ci sarà un bel derby, anche se Oscar Brevi starà in tribuna, squalificato. In mezzo una settimana, in cui tutti possono contribuire a renderlo una sfida memorabile. Solo di calcio.
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