A 83 anni vince il titolo nazionale Master di nuoto: «E mi diverto ancora»
Bruno Maghelli, classe 1941, gareggia con il Riviera Nuoto Dolo. Si allena cinque volte alla settimana e non pensa a salutare la piscina. Nella sua carriera ha vinto oltre 250 medaglie. E’ stato ricevuto dal sindaco di Vigonovo Luca Martello

Bruno Maghelli di Vigonovo, classe 1941, 83 anni (quest’anno ne farà 84), ha vinto con la sua squadra, il Riviera Nuoto Dolo, il titolo nazionale Master, superando corazzate metropolitane come Milano, Roma, Napoli e Palermo e regalando al Comune di Vigonovo un trionfo sportivo che ha il sapore dell’impresa.
Bruno è stato ricevuto dal sindaco Luca Martello che ha voluto porgergli i complimenti, dopo il successo di questa nuova impresa sportiva.
Ottantatre anni portati con l’energia di un ventenne, Maghelli è l’esempio di come la passione, la disciplina e lo sport possano sfidare il tempo. Da oltre vent’anni è in vasca con la Riviera Nuoto di Dolo, ha conquistato oltre 250 medaglie. E’ campione d’Italia per sei volte nel singolo, 14 volte d’argento e altrettante di bronzo. Ma il risultato che lo riempie oggi di maggior orgoglio è proprio questo successo collettivo.
Dietro ai trionfi c’è un rigore ferreo: allenamenti cinque volte a settimana, gare quasi ogni domenica, controlli medici severissimi per mantenere l’idoneità agonistica, che diventa ogni anno più difficile.
«Abbiamo battuto squadre fortissime in una categoria piena di atleti, da zero a 50 nuotatori, ed è stata una soddisfazione immensa», racconta Bruno Maghelli, «Ci abbiamo creduto partendo da zero e abbiamo dimostrato che anche i piccoli possono arrivare primi».
Nato in Liguria ma vigonovese d’adozione dal 2003, Bruno ha una storia ricca: geometra sulle piattaforme petrolifere, ha praticato anche pallanuoto in serie B, automobilismo e tennis. Oggi è il simbolo di una terza età attiva e combattiva. Bruno, intanto, non accenna a fermarsi: «Mi alleno, gareggio e finché mi rilasciano l’idoneità, continuo. Perché lo sport è vita».
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia