"La nostra è una città antifascista"
D'accordo, Venezia è una città antifascista e i suoi tifosi hanno da sempre abbracciato la causa antirazzista, ma la stessa alzata di scudi ci sarebbe stata anche se Agnellini avesse avuto trascorsi di estrema sinistra? «Non è una questione solo politica», ribatte Boccalon, «ma giudiziaria, Agnellini è stato coinvolto in episodi che vanno oltre le singole scelte di campo. E, poi, siamo sicuri che il suo apporto possa far fare alla società un salto di qualità dal punto di vista economico?». E' preso in contropiede Franco Scappin, storico presidente del Centro Coordinamento Clubs Venezia Mestre, la realtà più legata alla tradizione arancioneroverde. «Agnellini lo conosco solo per quello che ho sentito dire», sottolinea, «dare un giudizio sul suo ingresso, ora come ora, è difficile. Voglio aspettare prima di esprimermi, nel frattempo convocherò al più presto una riunione con tutti i rappresentanti dei club che fanno capo al coordinamento». Se il Centro Coordinamento decide di prendere tempo, più pragmatica la posizione dell'Associazione Venezia Clubs, l'anima «neroverde» del tifo, e del suo presidente Giorgio Granzo. «Se Agnellini è in grado di contribuire alle fortune del Venezia», osserva, «il suo ingresso in società è una buona notizia, tutto il resto non conta. Prima di giudicarlo, penso sia giusto vederlo all'opera». Una concessione di credito, che, però, stride con le perplessità di carattere storico e ideologico. «Forse dovremmo tutti fare un grande sforzo e tenere fuori la politica dagli stadi», conclude Granzo, «pensando solo a sostenere chi è disposto a impegnarsi per il bene del Venezia».
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