"La nostra è una città antifascista"

Perplessità e sorpresa fra le diverse anime della tifoseria. Granzo non condanna «Vediamolo all'opera e poi giudicheremo. Stop alla politica» 
MESTRE. C'è solo un dettaglio che accomuna le diverse anime del tifo: l'ingresso di Roberto Agnellini in seno al Venezia è per tutti una sorpresa assoluta. Se poi si prende in esame il giudizio sul personaggio, beh è come rispolverare il vecchio gioco dell'1-X-2, dove «1» sta per «ok, prima di giudicare lasciamolo lavorare», «X» per «vedremo», e «2» per «ma era proprio il caso?». Partiamo da questa ultima opzione, dai perplessi, quelli sconcertati dall'arrivo di Agnellini. Il problema è extracalcistico, legato ai trascorsi di estrema destra dell'imprenditore bresciano. «Venezia è una città dalla storia politica particolare, che si differenzia rispetto alla tendenza generale del Veneto», sottolinea Filippo Boccalon, già esponente dei Rude Fans e ora componente del Gate 22, il gruppo di tifosi che, in occasione delle gare al Penzo prende posto nei distinti, «e la sua tifoseria non è da meno, considerato che si è sempre distinta per l'impegno sociale e per le battaglie antirazziste. Ecco, in questo senso, l'ingresso di un personaggio che in passato è stato legato all'estrema destra non può che lasciarci perplessi».

D'accordo, Venezia è una città antifascista e i suoi tifosi hanno da sempre abbracciato la causa antirazzista, ma la stessa alzata di scudi ci sarebbe stata anche se Agnellini avesse avuto trascorsi di estrema sinistra? «Non è una questione solo politica», ribatte Boccalon, «ma giudiziaria, Agnellini è stato coinvolto in episodi che vanno oltre le singole scelte di campo. E, poi, siamo sicuri che il suo apporto possa far fare alla società un salto di qualità dal punto di vista economico?». E' preso in contropiede Franco Scappin, storico presidente del Centro Coordinamento Clubs Venezia Mestre, la realtà più legata alla tradizione arancioneroverde. «Agnellini lo conosco solo per quello che ho sentito dire», sottolinea, «dare un giudizio sul suo ingresso, ora come ora, è difficile. Voglio aspettare prima di esprimermi, nel frattempo convocherò al più presto una riunione con tutti i rappresentanti dei club che fanno capo al coordinamento». Se il Centro Coordinamento decide di prendere tempo, più pragmatica la posizione dell'Associazione Venezia Clubs, l'anima «neroverde» del tifo, e del suo presidente Giorgio Granzo. «Se Agnellini è in grado di contribuire alle fortune del Venezia», osserva, «il suo ingresso in società è una buona notizia, tutto il resto non conta. Prima di giudicarlo, penso sia giusto vederlo all'opera». Una concessione di credito, che, però, stride con le perplessità di carattere storico e ideologico. «Forse dovremmo tutti fare un grande sforzo e tenere fuori la politica dagli stadi», conclude Granzo, «pensando solo a sostenere chi è disposto a impegnarsi per il bene del Venezia».

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