Gennari, zampata micidiale al 90’1-0 con un robusto Novara
Ripresa la marcia dopo il tonfo dell’Euganeo: sembrava un pari inevitabile ma il centravanti (subentrato a Poggi) rompe l’equilibrio. Eppure il Venezia fa fatica e soffre per piegare (1-0) un robusto Novara. Poche le emozioni ieri a Sant’Elena Portieri inoperosi Riconquistata subito la zona playoff

Un momento della partita Venezia-Novara
VENEZIA. Troppo facile tirar fuori un’altra volta San Gennari. O magari dire che, essendo ieri il 1º novembre, i festeggiati si sono messi tutti assieme per dare una mano al Venezia. Meglio scherzare con i fanti, quelli vestiti di arancioneroverde, che almeno hanno il merito di aver cercato fino alla fine - o meglio, proprio alla fine - il pallone giusto per battere il lungo Micillo. Lo ha trovato Gennari allo scoccare del 90’. Applausi e fischi si possono dividere, questi tre punti no.
Momento difficile.
Momento difficile.
Una fatica del diavolo, questa vittoria contro il Novara, e se volete anche una sensazione al volo, possiamo dire che ormai lo 0-0 sembrava scritto sulla pietra e non era nemmeno uno scandalo. In altre parole, il Venezia sta attraversando una fase difficile, ma sul piano dei risultati la sta gestendo bene. Questo è un dato importante: perchè in una stagione ci sono alti e bassi, ma se anche nel momento dei bassi riesci a ottenere punti importanti e limitare i danni, anche il futuro si può guardare con più ottimismo. Togli la sbandata di Padova, alle difficoltà delle ultime partite il Venezia ha risposto mettendoci sempre grande impegno e amor di maglia: battere la Cavese al 94’ e il Novara al 90’ significa sicuramente avere un discreto «lato B» (va di moda così, anche all’ultimo Miss Italia), ma anche lottare fino all’ultimo pallone.
Poche occasioni.
Portieri ingiudicabili, tiri in porta ben pochi, per andare a segno serve il calcio piazzato o l’invenzione del singolo. Invece il gioco si sviluppa nei sessanta metri centrali poi le difese vincono sugli attacchi. Da parte veneziana qualche pallone lungo di troppo e un uso improprio delle fasce laterali, nel senso che nessuno va sul fondo a crossare e i palloni invece vengono scodellati dalla trequarti in mezzo all’area, dove Micillo - alto come un watusso - non fa fatica a prenderli tutti. Dall’altra parte Aprea può sonnecchiare, il Novara si fa vivo con un destro su punizione di Gheller (40’ p.t.) e una deviazione di testa di Chiaretti (3’ s.t.), ma la mira è imprecisa.
Meriti.
Il Novara è una buona squadra, bisogna dirlo. Non tra le migliori del campionato, ma comunque robusta quanto basta per dare fastidio a tutti, in casa e fuori. Difesa ben protetta, filtro degli incontristi, vista così, limitatamente ai 90' del Penzo sembra non disporre di grande fantasia, di quelle soluzioni che possono cambiare la partita. Sia Venezia che Novara tutto sommato tengono un ritmo abbastanza alto, giocano in discreta velocità, e se da una parte è vero che si annullano, dall’altra va anche ricordato che un arbitro eccessivamente fiscale fischia tutto, spezzetta la manovra, insomma, ci fosse stato un arbitro all'inglese anche la partita sarebbe stata più spumeggiante.
Episodi.
Un po’ di cronaca? Una scivolata di Pradolin (8’) con la difesa che salva, un rigore reclamato (mani di Morganti), la punizione di Gheller, il resto è poco e siamo già all'intervallo. Si riparte e Chiaretti si mangia l’occasione di testa (bel cross di Matteassi), c’è un gol annullato al Novara ma l'arbitro è lì vicino e vede un fallo su Mei, Romondini spara alto dopo la percussione di Teoldi (efficace il suo ingresso) e veramente c’è poco da dire fino al 90’. Dunque, ultimo minuto, punizione-cross di Scantamburlo, gran mischia, ci prova prima Ezio, poi Oscar Brevi va al tiro, cercando il colpo come quindici giorni fa con la Cavese. Ne esce un rimpallo, pallone ancora là e Gennari di sinistro lo piazza dentro. La gente salta in piedi, il bomber tiene la felicità tutta per sè e i tre punti tutti per il Venezia.
Un pensiero.
Un mazzo di fiori sui distinti prima della partita. Chiara Rizzo era una bambina di 12 anni che non si perdeva una partita, un cuore arancioneroverde. Il destino ha deciso che non potrà più esultare ai gol del Venezia. Questa è una ingiustizia.
CITTADELLA - MANFREDONIA:
6 - 0
CITTADELLA
(4-4-2): Pierobon; Manucci, Gorini (20’ s.t. Tricoli), Turato, Marchesan; Oliveira, Musso, Iori, Carteri (9' s.t. Campo); Coralli (25’ s.t. Germinale), De Gasperi.
A disposizione: Villanova, Cozza, Volpe, Riberto. Allenatore: Foscarini.
MANFREDONIA
(4-1-4-1): Frison; Tursi, Gaspari, Bergamelli, Franco; Burrai (11’ s.t. Bortel); Cossu (19’ s.t. Musacco), Romito (25’ s.t. Scarpitta), Del Sole, Kras; Sau.
A disposizione: Leacche, Pirrone, Barbagallo, Genchi. Allenatore: Novelli.
ARBITRO:
Ferraioli di Nocera Inferiore
RETI:
p.t. 5’ Coralli, 31’ Carteri; s.t. 5’ Oliveira, 7’ De Gasperi, 23’ Coralli, 32’ Germinale.
Argomenti:sport
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