Bocalon ai tifosi: «Se volete, fischiate, ma solo a fine partita»

VENEZIA. Un gol per i primi tre punti stagionali al “Penzo”, nessuna esultanza davanti alla sua ex Salernitana, per poi portarsi l’indice della mano destra alla bocca per il classico “ora fate silenzio”. Riccardo Bocalon è stato protagonista del successo di sabato contro i campani di Giampiero Ventura ma non riesce a gioire del tutto. Colpa di qualche critica piovuta da alcuni settori dello stadio. E si toglie qualche sassolino dalle scarpe. «Il gesto era rivolto ai tifosi dei distinti» spiega chiaro e tondo l’attaccante veneziano «perché si lamentano di più nel corso della partita anziché tifare come fa la curva. Non amo le critiche durante la gara, mentre alla fine ognuno è libero di esultare oppure di non essere contento del risultato. Credo che nei 90’ di partita lo stadio debba incitarci, poi, alla fine, può insultare, criticare, eccetera».
Bocalon parla anche del ritorno nella sua Venezia. «Quando mi è stata fatta questa proposta (a gennaio scorso, ndr)» racconta «non ci ho pensato molto, perché considero un motivo di orgoglio indossare la maglia della propria città. La scelta non è stata una questione di riavvicinamento alla famiglia – mia moglie mi ha sempre seguito laddove sono andato – e ho un rapporto molto stretto con i nostri tifosi: per questo non mi fa piacere sentire i malumori, almeno mentre si sta giocando. Non serve remare contro». E parla anche del rapporto con la Salernitana e il suo pubblico: dopo l’1-0, ha preferito non esultare. «Alla società campana devo molto» continua «e lì sono stato molto bene. Ho grande rispetto per loro e per i tifosi».
Bocalon è uno dei pochi rimasti dell’ultima deludente stagione, quando il Venezia ha riacciuffato la Serie B dopo le vicende societarie del Palermo. La retrocessione sul campo era avvenuta a giugno proprio dopo il playout perso contro la Salernitana. «Ovviamente sabato era una gara diversa rispetto a quelle di quattro mesi prima» continua Bocalon «ma abbiamo affrontato la partita nel modo giusto. Abbiamo sofferto nei primi minuti ma un po’ alla volta la squadra si è ripresa ed è andata meglio».
Prima vittoria in casa del campionato, giunta con un gol di un veneziano, come ha sottolineato a fine partita il direttore generale Dante Scibilia e dunque la soddisfazione è doppia. Bocalon divide i meriti con i compagni. «Prima sono stati bravi Di Mariano e Capello nello sviluppare quel triangolo» spiega Bocalon «e mi sono trovato una palla invitante che ho calciato sul primo palo, dove di solito il portiere copre bene». Poteva scapparci anche un rigore per il Venezia nell’ultima parte dell’incontro ma l’arbitro vicentino Amabile ha estratto il giallo all’attaccante di Castello per simulazione. «Il contatto c’è stato» conclude Bocalon «e non sono uno che si butta in area. Invece il direttore di gara mi ha ammonito. Ma alla fine quello che conta sono i tre punti e sono contento». —
Alessandro Ragazzo
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