“Bea la rossa” una realtà con futuro tinto d’azzurro

NOALE. In pedana è soprannominata “la rossa”, ma quando posa maschera e sciabola è per tutti semplicemente Bea. Carattere grintoso, velato da una timidezza che a tratti ne può celare lo spirito solare, Beatrice Dalla Vecchia sta crescendo anno dopo anno, forgiata nell’Officina della Scherma dal suo maestro Vittorio Carrara. Sedici anni, un futuro tutto da scrivere davanti a sé, e una medaglia di bronzo a squadre appena conquistata a Maribor ai Campionati Europei, la prima grande gioia della sua giovane carriera. Sembra una predestinata, anche se di lavoro da fare ce n’è ancora molto. Intanto ha incassato la fiducia del c.t. della sciabola azzurra, Giovanni Sirovich, che l’ha convocata per la prima volta agli Europei giovanili tra gli under 17, e le ha dato modo di fare già tre prove della Coppa del Mondo under 20, l’ultima nello scorso fine settimana a Udine. «L’esperienza di Maribor è stata meravigliosa» racconta la atleta dell’Officina, «mi è servita tantissimo perché sono partita un po’ impaurita. Ci voleva più grinta, specie nella gara individuale in cui ho pagato la tensione e la mancanza di esperienza. Mi servirà per il futuro. In un campionato europeo trovi gente di alto livello, e mi mangio ancora le mani a pensare all’assalto perso con la tedesca Eifler nelle sedici. Potevo entrare in zona medaglie. Ci sono riuscita con la squadra pochi giorni dopo ed è stata una emozione intensa; non riuscivamo a credere di esserci riuscite. Sapevamo di valere il podio, ma penso che le avversarie ci abbiano sottovalutate». Nella vita di tutti i giorni Beatrice Dalla Vecchia abita a Noale e studia al Liceo Sportivo di Dolo dove frequenta la seconda classe. Poche feste, però, al suo ritorno da Maribor. «Ci sono rimasta un po’ male» ammette, «solo il professore di educazione fisica sapeva della medaglia, tutti gli altri credevano fossi stata in settimana bianca a Piancavallo con i compagni…». Seria mentre parla di scherma, quando inizia a raccontarsi, Beatrice Dalla Vecchia si scioglie. «E’ difficile conciliare scuola e sport: ci provo perché le gare non le faccio per divertirmi, e a fine settimana sono distrutta. Di sicuro, piuttosto che fare due equazioni di matematica preferisco mille assalti in pedana. Quando ho del tempo libero lo passo con gli amici, mangio senza eccessi, vivo giorno per giorno e chissà che arrivi un moroso anche per me! Un mio difetto? Sono troppo testarda, anche in pedana, i pregi invece li lascio scoprire agli altri. Con chi non conosco mi chiudo e concedo poco, ma con il tempo invece si scopre la persona solare che sono». Se le chiedi del maestro Vittorio Carrara, risponde: «Mi segue dal 2008 e dal nulla mi ha portata a una medaglia europea. In me c’è tanto di lui e dei suoi insegnamenti, gli devo molto. Diciamo che nella mia formazione di atleta ci dividiamo i meriti al 50 per cento». Ma “la rossa” di Noale ha anche altri segreti. «Prima di ogni gara ascolto sempre la stessa canzone, e metto lo smalto sulle unghie. A Maribor mi sono dimenticata prima della prova individuale… ed è andata male (sorride, ndr). Adesso spero che mia sorella Sofia faccia il salto di qualità con la sciabola. Il prossimo anno diventerà cadetta e potremmo trovarci insieme in pedana. Se me la trovassi di fronte non so se la tratterei come le altre avversarie. Invece i prossimi mesi li impegnerò per crescere tecnicamente, imparare meglio ad attaccare e a non scoraggiarmi se una parata non arriva». Il sogno continua, in attesa di conoscere le convocazioni per i Mondiali giovanili in programma a Tashkent (Uzbekistan).
Simone Bianchi
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