Regionali in Veneto, candidato Lega sempre più quotato: si allontana l’ipotesi della lista Zaia

La premier Meloni avrebbe bloccato l’ipotesi di una lista civica Zaia, con la Lega pronta a puntare su Alberto Stefani. Per il governatore veneto, possibili scenari a Roma tra Parlamento e incarichi nazionali

Laura Berlinghieri
Luca Zaia a Roma tra trattative e futuro politico (foto di repertorio)
Luca Zaia a Roma tra trattative e futuro politico (foto di repertorio)

Giornate febbrili. Nelle quali anche la minima folata di vento sembra una tempesta. E nelle quali ogni parola, ogni movimento – come ogni silenzio, ogni attesa – è analizzato, passato ai raggi x, interpretato. Anche il più banale.

Come Luca Zaia, improvvisamente assente martedì, alla cerimonia per la riapertura della stazione ferroviaria Olimpia di Mestre. Nonostante quell’incontro, al quale aveva invitato il Consiglio regionale al completo, avesse fatto scattare l’opposizione, irritata dall’ennesima conferenza stampa organizzata in concomitanza con una seduta dell’Aula.

Ma un dato c’è, ed è inoppugnabile: ieri sera il presidente veneto è sceso a Roma. E ci resterà fino a venerdì, quando, in serata, è atteso a Cervia – il giorno prima ci sarà Salvini – per la festa della Lega.

Ufficialmente, Zaia si trova nella Capitale per parlare di Olimpiadi; ma poi chissà. Anche perché non sfugge che proprio ieri anche la premier Meloni sia rientrata a Roma, dopo la visita ufficiale in Etiopia.

E sempre ieri si sarebbe dovuto tenere il nuovo vertice di centrodestra dedicato alle elezioni regionali, slittato di due giorni. In Veneto, anche il Carroccio potrebbe decidere di aspettare un’eventuale (ma improbabile) decisione del tavolo, rimandando forse a lunedì prossimo la riunione del direttivo. Il giorno, peraltro, nel quale si chiuderà la possibilità di inviare le proprie candidature, per le elezioni – ma Zaia gode di una deroga speciale.

E comunque, tavolo o no, le notizie sempre da Roma arrivano. Si interpretano le parole. Quel cambio di passo, da parte di Zaia, che, dopo avere tambureggiato a proposito di una lista civica nel suo nome, ha detto che «sulla questione deciderà il candidato governatore».

Può essere interpretato in due modi: la volontà di Zaia di cedere la patata bollente al suo successore, a maggior ragione se questi dovesse essere un leghista; oppure un suo rasserenamento, dopo avere ricevuto opportune rassicurazioni a proposito del suo futuro.

E a Roma si dice esattamente questo. Incontri ufficiali, tra i quattro leader, non ci sono stati. Ma le decisioni finali sono frutto di trattative molto più lunghe, di trame molto più complesse, che si tessono lontano dai tavoli formali, e che vedono impegnato un giro molto più ampio di soggetti variamente interessati.

«La fase interlocutoria ormai è superata, le decisioni sono state prese» dice un “beninformato”. E le fonti risultano bipartisan: FdI, Lega e pure oltre, nel recinto del centrodestra. A rimanere più nascosta è Forza Italia, che ancora rivendica qualche piatto ghiotto.

Ma nel resto del centrodestra si dice questo: la spunterà la Lega, probabilmente con il suo segretario Alberto Stefani. La decisione, prima di Ferragosto. Niente lista Zaia: determinante il «No» opposto dalla premier. Questo, il risultato delle ultime interlocuzioni. Questo, il punto di caduta definitivo.

Mentre il futuro di Zaia resta un’incognita. Difficilmente riuscirà a soddisfare il suo primo desiderio: un ministero con portafoglio. Servirebbe un rimpasto di governo, e Meloni non ha nessun interesse ad accontentarlo. L’altra ipotesi che gli fa gola lo vede collocato al vertice di una grande società partecipata dallo Stato, come Leonardo o Eni. Ma, ad oggi, l’ipotesi più plausibile lo vede entrare in Parlamento, al posto di Stefani, tramite elezioni suppletive nel collegio uninominale di Rovigo. E poi, una volta a Roma, ambire a un qualche incarico che dovesse rendersi disponibile: anche una presidenza di commissione.

A Roma c’è chi dice: «Il dado è tratto». Ma questa volta è il Piave. E Zaia, adesso, si sarebbe deciso a superarlo. —

 

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