"Vivo con gli usurai alle costole"
La testimonianza di una veneziana. Un’assidua frequentatrice di tavoli verdi: «E’ come un cancro»
«Il gioco? E’ come un cancro allo stadio maligno. Vivo con gli usurai alle calcagna per i debiti accumulati. Grazie all’aiuto del Sert ho cominciato a disintossicarmi. Quando sento che sto per ricadere li chiamo. Ma so che avrò bisogno di sostegno per il resto della mia vita».
E’ la drammatica testimonianza di una veneziana che vent’anni fa ha cominciato a giocare al casinò. Si definisce «giocatrice patologica». E i termini che usa per descrivere le proprie debolezze - anche se da tempo non varca la soglia di una casa da gioco - richiamano quelli del mondo della tossocodipendenza: astinenza, ricadute, solitudine, malattia, necessità di supporto. Con un’aggravante: la donna confessa di essere «terrorizzata dagli usurai».
Com’è cominciata la sua dipendenza?
«Ho cominciato a giocare vent’anni fa. Poi ci sono stati periodi di astinenza e ricadute».
Dove gioca o giocava?
«Casinò. Non a Venezia, preferisco gli altri. Ho giocato dappertutto. In Slovenia, in Svizzera, in Austria, Las Vegas».
Qualcuno di questi l’ha mai messa in guardia, in qualche modo?
«A Las Vegas ci sono dei depliant. Magari li leggi, ma non basta certo questo. In Slovenia è il massimo. Il paradiso, o meglio l’inferno, per un giocatore patologico. Se sei in difficoltà ti offrono qualche giorno di vacanza. Così precipiti e perdi il resto».
E lei ha perso molto: si può sapere quanto?
«Preferisco non dirlo».
A chi ha chiesto aiuto? Parenti, banche?
.
«Il solito giro. Prima le banche, poi le finanziarie. Poi, quando non basta, l’usuraio. A volte lo trovi che circola nei dintorni del casinò».
Si è mai rivolta a un Centro anti-usura?
«L’ho fatto, più volte. Ma ti dicono: la aiutiamo solo se denuncia l’usuraio. Sì, grazie tante, gli ho chiesto. E poi che succede?»
Che succede?
«Ti garantiscono protezione. Già, come? E i tuoi famigliari chi li protegge? Chi li controlla?».
Lei ora lavora?
«Sì, lavoro. Ma anche il lavoro, quando sei in crisi, passa in secondo piano».
Ha ancora debiti da pagare?
«Sì. Vivo nel terrore che un giorno l’usuraio mi costringa ad andare in un posto nascosto e lì... A volte pensi che sia meglio farla finita, una volta per tutte.
Ma poi, per fortuna, qualcuno che l’aiuta lo trova.
«Io ho trovato il personale del Sert. Quando sento che sto per cadere li chiamo. Ma sono consapevole che dovrò stare in cura per tutta la vita».
(m.sca.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video