Vietato fare la carità in oltre duecento posti della città

In vigore l’ordinanza che applica la delibera del Consiglio comunale. Ai mendicanti fino a 500 euro di multa. Salvadori: «Intralciano il transito»
Duecentoquarantadue aree dove l’accattonaggio è vietato. Sei pagine con gli elenchi di calli, campi e fondamente dove il Comune ha deciso di applicare la «tolleranza zero» per chi chiede la carità. E’ la nuova ordinanza sul «mendicantato», in vigore a partire da oggi.


Multe fino a 500 euro e confisca delle somme guadagnate per chi verrà sopreso dai vigili urbani nelle «zone rosse». Ai mendicanti ci vorrà un po’ di tempo per consultare il lungo elenco di strade off limits allegato alla delibera. «Provvedimento firmato dal sindaco Massimo Cacciari e voluto dal vicesindaco Vianello. Illustrato ieri dall’assessore al Decoro Augusto Salvadori. «Non è vietato dappertutto ma solo nei principali percorsi turistici», spiega Salvadori, «perché assistiamo a un appesantimento delle già non facili condizioni di circolazione pedonale». Non solo decoro e lotta al racket («Queste persone non fanno la carità per bisogno, per quelli ci sono i servizi del Comune», dice Salvadori,) ma una questione di «viabilità». «Succede che si intralcia la circolazione, i bambini si imciampano, per loro è un’insidia». Possibile? Non ostacolano forse di più il transito tavolini, cartelloni pubblicitari e dei menu, tende e comitive di turisti? E tanto spiegamento di forze non meritava forse un obiettivo più sostanzioso? Insomma, sono proprio i mendicanti e i commercianti ambulanti di colore le due emergenze della città? Salvadori si inalbera. «Non sono le uniche priorità, dobbiamo anche combattere il moto ondoso e gli abusi a tutti i livelli. Quanto alle forze, non sarò creato un gruppo apposito per i mendicanti, ma intensificata la vigilanza soprattutto nelle zone centrali». Vietato chiedere la carità insomma in tutte le direttrici di maggior flusso da piazzale Roma a San Marco, le aree centrali del Lido e di Mestre, tutti i ponti, i pontili Actv e le pensiline, i centri delle Municpalità, come era stato richiesto in Consiglio comunale. Carità libera a Castello, nelle aree meno frequentate dal turismo. Quanto ai vigili, il comandante Marco Agostini assicura: «In giugno sono raddoppiate le contravvenzioni, i controlli sui plateatici e sui mercati, sulle attività ricettive per cui sono stati notoficati in questi giorni provvedimenti di chiusura per abusi già accertati d tempo dagli Uffici dell’Edilizia privata». Insomma, un lavoro enorme di controllo per i vigili - rinforzati nell’organico ma non abbastanza - in una città dove proliferano abusi e piccole furbizie. «Chiediamo la collaborazione dei cittadini», dice Salvadori, «segnalino quando vedono un abuso o qualcuno che corre e fa moto ondoso». Intanto si comincia dai più «deboli». Anche se dietro gli 80 accattoni censiti in un giorno dai vigili a Venezia, ricorda Agostini, si cela l’ombra del racket. Come del resto anche in altre attività finalizzate al turismo.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia