Zaia: «Assurdo che i borseggiatori denuncino i cittadini. Serve il braccialetto elettronico»

Il presidente della Regione Veneto commenta il paradosso delle querela presentate da ladri contro chi li riprende

Cartello anti-borseggiatori
Cartello anti-borseggiatori

«È assurdo che siano proprio i borseggiatori a sentirsi legittimati a denunciare i cittadini che, pur rischiando in prima persona, cercano di documentare e segnalare il malaffare». Con queste parole, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, commenta l’ultimo paradosso che riguarda la sicurezza a Venezia: alcuni ladri avrebbero presentato querela contro chi li ha ripresi o fermati durante i furti.

Il Governatore non usa mezzi termini: «Siamo al capovolgimento della realtà: la vergogna non può essere di chi difende Venezia, ma dei delinquenti che la sfruttano per rubare e rapinare».

Zaia parla di una situazione non più tollerabile, che danneggia l’immagine del capoluogo lagunare e dell’intero Veneto: «Non si tratta di giustizialismo, ma di protezione dell’identità, dell’immagine e dell’onorabilità della nostra città. Venezia non può essere raccontata come un luogo pericoloso, e il Veneto non può sopportare atteggiamenti di impunità ormai cronici».

Il presidente ringrazia i cittadini che segnalano i borseggiatori e sottolinea la gravità del fenomeno: «Se gondolieri, commercianti e turisti sono costretti a fare video e rincorrere ladri, è perché le leggi non li mandano in galera. Non stiamo parlando di microcriminalità, ma di vere e proprie organizzazioni, capaci di incassare fino a 2-3 mila euro al giorno. Gli arresti, anche di minorenni, dimostrano la complessità del problema».

Per questo, Zaia rilancia la sua proposta: braccialetto elettronico per i recidivi e Daspo urbano per tenerli lontani da aree sensibili come San Marco, Piazzale Roma e gli imbarcaderi: «Se necessario siamo pronti a finanziare l’acquisto dei dispositivi, perché la sicurezza di cittadini e turisti viene prima di tutto».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia