A Venezia oltre duemila imbarcazioni colorano la laguna per la Vogalonga
Un grido contro il moto ondoso e una tradizione lunga quasi mezzo secolo. Iscrizioni da 33 nazioni, ma i veneziani sono sempre meno

Un minuto di silenzio per Ermenegildo “Lalo” Rosa Salva, poi il via sancito dal colpo di cannone sparato dall’isola di San Giorgio. Allora oltre duemila imbarcazioni con più di 7mila vogatori hanno colorato il bacino di San Marco e poi la laguna Nord, da Sant’Erasmo a Mazzorbo, poi Burano e Murano, fino a rientrare in Canal Grande.
Le rivendicazioni
La 49ma edizione della Vogalonga ha fermato Venezia, un grido contro il moto ondoso e una tradizione lunga quasi mezzo secolo, che si è trasformata di pari passo con la città senza perdere di vista il suo messaggio principale: il ritorno alla lentezza, per proteggere Venezia. Pochi, però, i partecipanti veneziani: solo 898 su 177 barche.
«Se non ci fosse stata la Vogalonga», ha commentato il consigliere delegato alle tradizioni, Giovanni Giusto, «non oso immaginare come potrebbe essere oggi la città, dal punto di vista dell’ambiente e della circolazione acquea. In tal senso», ha aggiunto, «il barcavelox è fondamentale non tanto per costringere al rispetto della velocità, ma anche per ricordare che un’alternativa ai motori c’è ed è il remo».

Vogalonga senza Lalo
Palpabile l’assenza di Lalo, che negli ultimi 49 anni non aveva mai perso una sola edizione, dopo aver fondato insieme al padre Toni e allo zio Giuseppe, a Carlo Gottardi e Delfo Utimpergher, la maratona del remo per riprendersi la laguna.
«Vogalonga senza Lalo ma con Lalo», ha detto Giusto, «impossibile pensare che non sia qui con noi». Emozionato anche il figlio Antonio, a cui è andato il testimone. «Quest’anno abbiamo deciso di incentivare dal punto di vista economico le iscrizioni di chi pratica voga alla veneta, esattamente come voleva mio papà».
Il ricavato, quasi 10mila euro, verrà usato per promuovere corsi di voga nelle scuole, per mantenere viva la tradizione.
Il percorso
La flotta multicolore a remi, che si è snodata su un percorso di 30 km, ha visto in testa le barche veloci del canottaggio, le jole e le canoe.
Poi quelle della tradizione lagunare, le caorline e i sandoli, la mascarete e i pupparini, i gondoloni e le ammiraglie della voga veneta come la disdotona della Querini e la quatordesona di Mestre. E poi i kajak venuti da lontano, sempre più numerosi.
Interventi e guasti
Poco dopo la partenza, la Guardia costiera è intervenuta vicino al Marina Sant’Elena, dove un kayak si è ribaltato senza, fortunatamente, ripercussioni sulla persona che era a bordo. Qualche problema tecnico ha riguardato anche il pontile delle premiazioni, che questa mattina lo staff ha trovato affondato alla Canottieri Querini, dove era ospitato.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno cercato di svuotarlo ma, a causa di un guasto, poco dopo era ancora sott’acqua, costringendo così lo staff organizzativo a cercare una soluzione alternativa.
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