Venezia, presidio contro Ddl Sicurezza: la Questura non fa esporre lo striscione degli studenti a Rialto

Il lenzuolo con la scritta “Rovesciamo il Governo, liberiamo il Paese” è stato considerato come un’incitazione alla violenza

Maria Ducoli
Le immagini del presidio
Le immagini del presidio

Niente striscione degli studenti sul ponte di Rialto per la manifestazione contro il Ddl Sicurezza promossa da Cgil, Anpi, Udu, Rete degli studenti medi e Articolo 21. Il lenzuolo portava la scritta “Rovesciamo il Governo, liberiamo il Paese” che, la Questura di Venezia ha considerato come incitazione alla violenza.

«Siamo qua per manifestare contro un decreto legge repressivo e quello che fanno è impedirci di esporre il nostro striscione, reprimendo un’altra volta, prima ancora che il decreto venga attuato» commenta Angelica Morresi dell’Udu Venezia.

Ecco la replica degli studenti dopo il divieto di esporre il loro striscione sul ponte di Rialto

Dietro il termine sicurezza c’è la repressione, fanno notare gli studenti, sottolineando come anche il divieto di esporre lo striscione segua la stessa logica. «Ma noi non ci fermiamo, sarà un autunno di proteste, con i nostri fazzoletti rossi, simbolo della nostra lotta, siamo stanchi di questa repressione» aggiunge Viola Carollo della Rete degli Studenti Medi.

Come ribadito anche durante la manifestazione, dagli studenti come dall’Anpi, il Ddl colpisce soprattutto i giovani, i quali non potranno manifestare per i loro diritti, per il clima, per una scuola diversa, senza rischiare di incorrere in reati penali.

«Picchettare le fabbriche, tutelare i lavoratori, tutto ciò diventerà difficile e questo a causa di una scelta di un governo repressivo che si ispira alle decisioni fasciste» fa presente Daniele Giordano, segretario generale della Cgil Venezia.

Dopo un’ora e mezza di manifestazione, gli studenti si incamminano verso casa con il loro striscione ancora piegato nella borsa. «Noi non ci fermiamo qui» promettono.

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