Veneto, oltre 7mila richieste di aiuto al numero verde anti-suicidi
Dal 2023 al 2025 quasi ottomila persone hanno chiamato il numero verde regionale 800.33.43.43. Lanzarin: «Un presidio fondamentale per la salute mentale». Tutti i dati provincia per provincia

Dal 2023 al 2025 quasi ottomila persone hanno chiamato il numero verde regionale 800.33.43.43 anti suicidi. Lanzarin: “Un presidio fondamentale per la salute mentale”.
Negli ultimi due anni, il numero verde regionale contro il suicidio si è confermato uno strumento salvavita per migliaia di cittadini veneti. Dal settembre 2023 a luglio 2025, sono state 7.757 le persone che hanno trovato ascolto e sostegno attraverso la linea telefonica gratuita 800.33.43.43, attiva 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.
Un dato significativo che dimostra quanto il servizio, nato per rispondere a situazioni di emergenza psicologica, sia oggi più che mai indispensabile. A ribadirlo è l’assessore alla Sanità e al Sociale della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, che ricorre il 10 settembre:
“Questo servizio è una mano tesa a chi affronta momenti di profonda crisi, per non lasciarli soli – sottolinea Lanzarin –. Dopo tanti anni di attività, il numero verde si conferma un presidio fondamentale per il benessere psicologico dei nostri cittadini. È un motivo di orgoglio per la Regione del Veneto aver promosso e sostenuto un servizio che continua a salvare vite”.
Un aiuto sempre disponibile
Il numero verde contro i suicidi è stato attivato per la prima volta nel 2012, in risposta alla crisi economica che colpì duramente molte imprese e famiglie venete. Quella fase mise in luce la necessità di un supporto psicologico strutturato, in grado di intervenire rapidamente per prevenire gesti estremi.
Negli anni successivi il servizio si è adattato ai diversi bisogni. Nel 2016, dopo il crack delle banche popolari venete, furono avviati interventi specifici per i risparmiatori colpiti dal dissesto finanziario. Durante la pandemia da Covid-19, la linea ha rappresentato un presidio strategico per affrontare non solo l’isolamento e l’ansia, ma anche le conseguenze economiche e sociali dell’emergenza sanitaria.
Dal 2023, il progetto è stato riorganizzato attraverso una formula di co-progettazione tra pubblico e privato sociale, che coinvolge Azienda Zero e la cooperativa Mano Amica, subentrata alla gestione dell’Ulss 7 Pedemontana. L’obiettivo è stato quello di rendere il servizio ancora più efficace e integrato con la rete territoriale.
Chi chiama e perché
Tra settembre 2023 e luglio 2025 il numero verde ha registrato 7.757 contatti. Il 49% delle persone che hanno chiamato sono uomini, mentre il 51% donne. La fascia più rappresentata è quella tra i 46 e i 64 anni, seguita dai 26-35enni e dai giovani tra i 18 e i 25 anni.
Le chiamate arrivano da tutto il Veneto, con la maggior parte proveniente dalle province di Padova, Venezia, Vicenza e Treviso. Seguono Verona, Rovigo e Belluno.
Le motivazioni sono diverse, ma prevalgono le crisi personali, legate a problemi familiari, economici o di salute. In un caso su dieci, chi chiama manifesta ideazioni suicide, una situazione che richiede un intervento immediato e il raccordo con i servizi di emergenza.
Non solo ascolto
Il servizio non si limita a offrire ascolto telefonico. Gli operatori, psicologi formati per la gestione delle emergenze, valutano ogni situazione e attivano, quando necessario, la presa in carico da parte dei servizi territoriali, in collaborazione con le Ulss, i centri di salute mentale e le associazioni del volontariato.
La prontezza dell’intervento è spesso determinante per salvare una vita. In alcuni casi, raccontano gli operatori, si riesce a intervenire in extremis, grazie alla possibilità di localizzare la chiamata e inviare i soccorsi.
Un presidio da rafforzare
L’assessore Lanzarin ribadisce che il numero verde rappresenta oggi una risorsa strutturale del sistema sanitario veneto e che l’impegno della Regione è di rafforzare ulteriormente il servizio, potenziando la rete di psicologi e migliorando le campagne di informazione: “Il disagio non conosce orari e non guarda in faccia a nessuno. Può colpire chiunque, in qualsiasi momento – afferma Lanzarin –. Per questo la linea deve essere sempre pronta a rispondere. L’obiettivo è continuare a garantire un sostegno immediato e qualificato a chi vive una crisi, per evitare che la disperazione si trasformi in tragedia”.
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