Popolari per il Veneto fuori delle regionali, Bui: «Mi oppongo»

Un foglio – il documento di nomina dei rappresentanti di lista – dimenticato inavvertitamente in un plico riportato a casa, e non depositato invece presso la cancelleria della Corte d’Appello di Venezia. E la decisione, di conseguenza, di escludere Popolari per il Veneto, la lista per Fabio Bui presidente, dalla corsa delle elezioni regionali 2025

Laura Berlinghieri
Fabio Bui
Fabio Bui

Un foglio – il documento di nomina dei rappresentanti di lista – dimenticato inavvertitamente in un plico riportato a casa, e non depositato invece presso la cancelleria della Corte d’Appello di Venezia. E la decisione, di conseguenza, di escludere Popolari per il Veneto, la lista per Fabio Bui presidente, dalla corsa delle elezioni regionali 2025.
Lui, il diretto interessato, non ci sta e annuncia battaglia: «Mancava giusto quel documento, ma i nomi dei rappresentanti di lista erano comunque indicati in altri fogli consegnati. Appena informati dell’errore, abbiamo provveduto a integrare la documentazione, depositando anche quel documento». Ma soltanto questa mattina, 26 ottobre, dunque fuori tempo massimo.

«E comunque – conclude Bui, annunciando il ricorso – la mancanza di quel documento non compromette in alcun modo l’iter elettorale. Ma, semmai, rischierebbe di penalizzare unicamente la nostra lista».
Il candidato presidente ha studiato la controffensiva con gli avvocati per l’intera giornata di oggi. E domani, 27 ottobre, dovrebbe presentare le controdeduzioni alla Corte d’Appello.

«Si tratta veramente di un’inezia, e infatti non mi aspettavo questa decisione. Ma sono sicuro che si risolverà tutto. In caso contrario, ci rivolgeremo al Tar, bloccando ulteriormente le attività elettorali».
In ogni caso, al momento, scende dunque a quattro il numero dei candidati alla presidenza della Regione Veneto. Si tratta di Alberto Stefani, frontman del centrodestra, sostenuto da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Unione di Centro, Noi Moderati e Liga Veneta Repubblica.

Il suo sfidante principale è Giovanni Manildo, che è stato capace di radunare attorno a sé ben sette liste, e quindi il Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle, Volt Europa, Le civiche venete per Manildo presidente, Uniti per Manildo e Pace Salute Lavoro.

Ancora, Resistere Veneto, a sostegno di Riccardo Szumski, ex sindaco di Santa Lucia di Piave (Treviso), nonché medico vicino al mondo No-vax. Infine, Democrazia Sovrana Popolare, la lista di Marco Rizzo, ex segretario del Partito Comunista. Il totale: quindici liste per quattro candidati presidenti.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia