Veneto in ginocchio per la neveE ora è incubo gelo

Le intense nevicate delle ultime 48 ore hanno messo in ginocchio l’intera provincia di Venezia, creando disagi alla circolazione, al traffico aereo e ferroviario. E ora, con l'ulteriore abbassamento delle temperature, massima allerta per il pericolo gelo
MESTRE.
La bufera di neve che si è abbattuta sul Nord Italia tra la notte di venerdì e la mattinata di ieri, ha messo in ginocchio l’intera provincia di Venezia, creando grossi disagi alla circolazione. La Protezione civile si è attivata immediatamente, ma i tanti spargisale messi in azione non sono bastati a mettere in sicurezza tutte le strade. E oggi in agguato c’è l’incubo gelo.


Nell’arco della mattinata, di ieri, sono scesi ben 20 centimetri di neve, nel veneto Orientale anche di più. Un episodio eccezionale, paragonabile solo all’ondata di maltempo che ha investito il Paese nel dicembre del 2001. L’aeroporto «Marco Polo» è rimasto chiuso per la gran parte della mattina, a causa dell’impossibilità di mantenere sgombera la pista. Lo è stato aperto solo alle 13.30, quando le condizioni metereologiche sono rientrate. Dopo oltre cinque ore di attesa, sono iniziate le operazioni di imbarco dei passeggeri che hanno «bivaccato» nelle sale di attesa. I disagi maggiori però, li hanno subiti i passeggeri dei treni, infuriati e infreddoliti, in piedi al gelo ad attendere «Godot».


I tabelloni davano ritardi di ore, alcuni convogli non sono mai arrivati. Una vera e propria via crucis quella dei pendolari diretti a Venezia e in partenza da Quarto d’Altino, Musile, Portogruaro. Qualcuno ha rinunciato ad andare al lavoro. C’è chi è giunto a Venezia per prendere servizio all’ospedale Civile, dopo un viaggio di oltre due ore e mezza.


Stessa cosa per le linee da e per Padova, in molti casi provenienti da Milano, che hanno accumulato ritardi difficili da smaltire. Motivo? Guasti elettrici e la troppa neve che si è accumulata sulle rotaie. Sul versante autostradale, si sono registrati incidenti e tamponamenti e - in qualche caso - è stata necessaria la chiusura parziale della rete. Messe peggio però, le strade secondarie e di campagna: dito puntato in diversi comuni contro la Provincia, accusata di essere arrivata in ritardo con lo spargimento del sale.


Due maxi-tamponamenti che hanno coinvolto una cinquantina di auto, hanno provocato la chiusura del tratto A4 tra Portogruaro e San Stino dalle 9 alle 13.30. Lunghe e difficoltose le operazioni di pronto intervento da parte delle forze dell’ordine e del 118. Grossi disagi anche lungo la Castellana e soprattutto la Romea, dove si procedeva a passo d’uomo, tra qualche auto finita in fosso e mezzi di traverso. In tilt la rotonda di Spinea. Incriminati i sottopassi del Miranese, dove le auto sono rimaste incastrate, bloccate dal ghiaccio. Un grosso black-out ha interessato il comune di Ceggia, rimasto per ore senza energia, al freddo e al buio.


Nei comuni di campagna, oltre ai centinaia di volontari della Protezione civile e agli operatori di Veritas, sono entrati in azione i mezzi delle aziende agricole, che hanno fornito una grossa mano per mettere in sicurezza le strade. Oltre alla neve, ci si è messa la marea eccezionale. A Venezia l’acqua alta ha toccato quota 114 centimetri, a Chioggia ha sfiorato i 135. Il comune di Marcon, a causa dei disagi, ha chiuso le scuole.

Argomenti:maltemponeve

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia