Centrodestra, altro rinvio Salvini: «Il candidato veneto ci sarà dopo Pontida»

Tensioni in FdI per l’avvio di campagna elettorale, senza investitura, di Stefani. E De Luca annuncia la data del voto veneto: «Il 23 novembre, il decreto a giorni»

Laura Berlinghieri
Alberto Stefani e Matteo Salvini
Alberto Stefani e Matteo Salvini

Niente annuncio dal palco di Pontida, per la Lega ancora alla finestra e con lo sguardo sul Veneto. «Ma il nome del candidato arriverà immediatamente dopo il raduno». Così Matteo Salvini ai suoi, riuniti ieri pomeriggio in collegamento video, per discutere gli ultimi dettagli in vista dell’appuntamento di domenica, a Pontida: 2.700 i militanti attesi dal Veneto, 42 i pullman prenotati.

A dispetto di quanto sostenuto dal segretario stesso, appena un paio di giorni fa, l’annuncio del nome del candidato di centrodestra per il Veneto arriverà allora giusto dopo il raduno, mentre non dovrebbe essere necessario attendere l’esito del voto nelle Marche. «Bisogna fare presto» ha ribadito ieri il segretario federale. Eppure, l’accordo tra i tre leader – l’assicurazione è bipartisan – anche senza l’ufficialità dell’annuncio, in realtà pare sia già stato raggiunto.

Si spiegherebbe così l’avvio di campagna elettorale, nei fatti, di Alberto Stefani. Un’iniziativa che ha fatto storcere il naso a più di qualcuno: nell’ala “decarliana” di FdI, innanzitutto; ma pure tra qualche amministratore leghista, che non era a conoscenza dei molteplici appuntamenti del segretario sul territorio.

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Tensioni parzialmente rientrate – almeno le seconde – a seguito di una mail inviata dallo stesso Stefani e indirizzata ai consiglieri regionali, per invitarli a prendere parte ai prossimi incontri.

Ma, di messaggi, consiglieri e amministratori, in questi giorni, ne avrebbero ricevuti anche altri, dai toni decisamente più pressanti. Il mittente: Giuseppe Paolin, segretario organizzativo del partito, incalzante nel chiedere ai “suoi” di raggiungere Pontida, domenica, riempiendo i pullman per i militanti, da preferire alle auto private. Dimostrazioni muscolari, che fanno parte del gioco.

Tornando a ieri, va registrata l’ennesima giornata frenetica. Fatta di corse in avanti e brusche frenate. Ma, finalmente, con una notizia. Forse. La conferma della convocazione delle urne, anche in Veneto, per domenica 23 e lunedì 24 novembre. Sì, forse. Perché a comunicarlo non è stato il presidente Zaia – «La legge parla chiaro: la convocazione va fatta 50 giorni prima del voto» il suo ritornello, ripetuto anche ieri – bensì il collega campano Vincenzo De Luca.

Che, annunciando ieri il voto nella sua regione per quei due giorni, ha detto: «Tra qualche giorno usciranno contemporaneamente i decreti di Campania, Veneto e Puglia, le regioni che andranno al voto il 23 novembre». Che beffa, viene da dire.

L’altra: niente pre-intese sull’Autonomia, da sventolare sul palco di Pontida. I leghisti ci speravano, ma sono caduti nel tranello dei Fratelli. Anche questo, da derubricare a “innocente dispetto all’alleato... ma non troppo”.

«Comunque, le prime intese arriveranno entro l’anno» l’altra rassicurazione di Salvini ai suoi. «La bozza sulle prime tre materie, più la sanità, esiste già. Dobbiamo capire quando avremo il testo definitivo» la puntualizzazione di Zaia, ieri mattina in conferenza stampa.

Il resto sta nell’ufficialità della nota diffusa dalla Lega, al termine della riunione: «Matteo Salvini ha ribadito la necessità di un contributo a chi ha maturato extra profitti, così da coprire alcuni interventi a sostegno di famiglie e imprese previsti in manovra. Il riferimento riguarda in particolare le banche». Appuntamento a dopo Pontida, almeno per il candidato.

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