Ustionato al petto, muore due mesi dopo
L’incidente era avvenuto il 22 luglio alla Sav di Trebaseleghe. L’uomo, Roberto Rossetto, 55 anni di Mira era caduto su «pani» di alluminio a 200 gradi. L'operaio è spirato al Centro Grandi Ustionati

MIRA.
A 56 giorni dal grave infortunio sul lavoro, è morto nel reparto chirurgia plastica del Centro Grandi Ustioni dell’ospedale di Padova Roberto Rossetto, capoturno al reparto fusione della Sav (Società Alluminio Veneto). Aveva 55 anni e abitava a Mira. Era rimasto ustionato al petto il 22 luglio scorso, durante un sopralluogo ad una linea di produzione. Erano le 8 del mattino quando Rossetto si è accorto di problemi ad una linea gestita da un robot che «sfornava» pani di alluminio a 200 gradi. Bypassando le protezioni, è entrato scavalcando la linea in maniera del tutto anomala: voleva effettuare un controllo veloce. Ma il robot lo ha colpito alle spalle facendolo cadere sopra i pani roventi che uscivano dalla fusione.
Intrappolato tra il robot e i pani di alluminio, il poveretto ha solo potuto urlare per il dolore. A bloccare il meccanismo automatico è stato un operaio che lavorava dall’altra parte della linea. Ma era troppo tardi. Rossetto è stato trasportato in elicottero a Padova e ricoverato in prognosi riservata nel reparto grandi ustionati. Sul luogo dell’infortunio si sono portati gli ispettori dello Spisal dell’Usl 15 e i carabinieri della locale stazione. Rossetto è spirato giovedì 16 alle 15.30, dopo quasi due mesi di sofferenze. Una morte improvvisa, per arresto cardiaco. «Fino a giovedì mattina sembrava che tutto procedesse per il meglio, migliorava giorno per giorno, anche noi eravamo contenti e speravamo che tornasse presto in azienda», racconta addolorato il titolare della Sav. «Lunedì dovevano fargli un ulteriore intervento di sistemazione delle parti bruciate, invece il cuore ha ceduto». Un evento imprevedibile, che ha lasciato tutti sconvolti.
«Siamo vicini alla famiglia, alla figlia di 17 anni, lo saremo in tutti i modi», dice ancora l’imprenditore. «Roberto era una persona di casa, un amico. Il giorno del funerale chiuderemo per lutto e parteciperemo alle esequie».
La prassi prevede ora l’autopsia per verificare l’esatta causa di morte, il rapporto verrà poi inviato al magistrato. Non dovrebbero esserci responsabilità a carico dell’azienda. Dalle indagini esperite è stato accertato che la causa dell’infortunio è dovuta a errore umano.
Rossetto, 10 anni di esperienza alla Sav, per la prima volta non si è attenuto alle prescrizioni di sicurezza. Forse per far presto, forse preso dalla necessità di mandare avanti la produzione.
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