Unabomber, sul lamierino indagini chiuse Unabomber, chiuse le indagini su Zernar
La procura deposita gli atti: per il poliziotto vicina la richiesta di giudizio
Verso la richiesta di rinvio a giudizio di Ezio Zernar per falso e calunnia
La Procura della Repubblica di Venezia deposita gli atti dell’indagine sulla prova che sarebbe stata costruita ad arte per incastrare Zornitta
Verso la richiesta di rinvio a giudizio di Ezio Zernar per falso e calunnia
La Procura della Repubblica di Venezia deposita gli atti dell’indagine sulla prova che sarebbe stata costruita ad arte per incastrare Zornitta

Ezio Zernar
L’appello del difensore, l’avvocato Emanuele Fragasso, è stato ascoltato e due mesi dopo l’incidente probatorio al termine del quale i periti hanno stabilito che il lamierino recuperato su un ordigno attribuito ad Unabomber è stato manomesso volontariamente dopo il suo ritrovamento, il procuratore della Repubblica Vittorio Borraccetti e il pm Emma Rizzato firmano la conclusione delle indagini, depositano gli atti e si apprestano a chiedere il rinvio a giudizio del responsabile del Laboratorio indagini criminalistiche della Procuura lagunare Ezio Zernar. Dovrà rispondere di aver deteriorato un corpo di reato, di calunnia nei confronti del presunto bombarolo Elvo Zornitta e di aver scritto il falso.
Toccherà poi al giudice dell’udienza preliminare, presumibilmente Antonio Liguori, stabilire se le prove raccolte dai rappresentanti dell’accusa siano sufficienti a mandare sotto processo il poliziotto, considerato uno dei maggiori esperti balistici in Italia.
Di per sè i reati non sono gravissimi, Zernar, infatti, non rischia di sicuro il carcere: se alla fine di tutto fosse ritenuto responsabile, la pena alla quale verrebbe condannato non supererebbe i due anni. Ma, naturalmente, non è questo il punto. Chi crede alla sua colpevolezza, infatti, parla di tradimento di un servitore dello Stato, sensazione che non è affievolita dal fatto che avrebbe compiuto quel gesto per «incastrare» un indagato ritenuto responsabile di odiosi attentati. Lo stesso Zernar e chi è con lui, tra questi molti colleghi, non è il carcere che temono, ma il fango gettato addosso ad una persona ritenuta pulita e onesta, che ha sempre svolto il suo lavoro per sconfiggere criminali e terroristi.
A chiudere definitivamente le indagini è stata la perizia disposta dal giudice Stefano Manduzio, che ha stabilito, grazie soprattutto alle numerose foto scattate al corpo di reato, che quel piccolissimo lamierino era stato manomesso ed anche il periodo in cui sarebbe stato tagliuzzato, proprio nella fase in cui era custodito nel Laboratorio di indagini veneziano. Era stato affidato a Zernar: lui infatti aveva chiesto di sequestrare tutti gli attrezzi trovati in casa di Zornitta per poter provare, attraverso le tracce lasciate, che con uno di quelli - una forbice - era stato tagliato e rifilato. In realtà, la perizia ha stabilito che Unabomber non ha usato una forbice, bensì un cutter.
L’avvocato Fragasso, durante l’incidente probatorio e in prese di posizione successive si è lamentato di due circostanze: i periti del giudice per compiere la perizia hanno utilizzato il microscopio a scansione elettronica della Sapienza di Roma, in uso ad uno dei periti di Zornitta, professore in quella Università; ai consulenti di Zernar non sarebbe stata data la possibilità di esporre le loro tesi durante l’incidente probatorio. Nonostante queste contestazioni, la Procura ha seguito la sua strada, sostenendo da un lato che l’esame al microscopio elettronico è stato eseguito alla presenza dei consulenti delle parti in causa, compresi quelli di Zernar, pure loro docenti universitari, che non hanno sollevato alcuna obiezione al momento dell’esame. Dall’altro - si sostiene in Procura - l’avvocato conosce bene il codice e sa che durante l’incidente probatorio ad essere sotto esame sono i periti e il codice non prevede quello dei consulenti, che possono invece porre domande, possibilità che quelli di Zernar non avrebbero utilizzato durante l’udienza.
Procuratore e pm avrebbero anche battuto la strada dell’esistenza di possibili complici o mandanti di Zernar, ma non hanno raccolto riscontri. Così, rischia di essere solo sul banco degli accusati.
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