Unabomber, il bivio della super perizia
Il procuratore capo di Venezia lascia pochi dubbi sull’esito dell’esame. Probabile rinvio per l’udienza chiave del 17 dicembre. Borraccetti: ormai è certo, quel lamierino è stato alterato. Ma Fortuna: «Cautela»

L'ingegnere Elvo Zornitta
MESTRE.
«Le conclusioni della perizia dicono che il lamierino è stato alterato. Il perito del giudice dice che c’è stata una alterazione, consistita nel taglio che è stato fatto sulla lamiera, che ha lasciato una traccia». Le parole del procuratore capo Vittorio Borraccetti lasciano pochi dubbi sull’esito della perizia chiesta dal gip Stefano Manduzio e che riguarda il famigerato lamierino trovato in un ordigno attribuito a Unabomber. Una perizia che in questo momento è favorevole a Elvo Zornitta, il sospettato numero uno e sfavorevole al dottor Ezio Zernar, direttore del Lic (Laboratorio investigazioni criminalistiche).
Ora si attende l’udienza dell’incidente probatorio nella quale si dovrà discutere questa perizia. Prevista per il 17 dicembre, per motivi tecnico procedurali, dovrebbe slittare a gennaio. Su questo si deve pronunciare ancora il giudice. Mentre i legali di Zornitta soddisfatti chiedono a gran voce il proscioglimento del loro assistito e preannunciano richiesta danni, mostra estrema prudenza il Procuratore Generale Ennio Fortuna. «In un’inchiesta come quella su Unabomber, caratterizzata da continui colpi di scena, le cose non sono mai scontate ed è necessaria una grande prudenza», ricorda Fortuna. «Non ho letto la perizia. I contenuti li conosco perchè me li ha spiegati Borraccetti. E secondo lui la conclusione dei periti del gip è netta. Però per sapere che cosa accadrà bisognerà aspettare eventuali controdeduzioni da parte degli interessati e l’udienza dell’incidente probatorio. Se la manomissione sarà confermata in quella sede», spiega il Procuratore Generale, «la posizione di Zornitta tornerà quella di prima, restando validi gli altri indizi, mentre verrà a mancare quella che si presentava come una svolta nelle indagini». In questo caso, secondo Fortuna, gli inquirenti, in particolare quelli di Trieste, dovranno «fare i conti con questo nuovo elemento. Ovviamente si aggraverebbe la posizione di chi ha effettuato la manomissione», conclude Fortuna.
Molto meno prudente è l’avvocato Maurizio Paniz, legale di Elvo Zornitta. «Si tratta di un risultato tecnico che scagiona totalmente l’ingegner Zornitta. Il reperto è stato manipolato, e questo è avvenuto quando il lamierino si trovava in possesso del Laboratorio indagini criminalistiche di Mestre». Secondo Paniz il confronto tra le foto scattate al lamierino nei diversi momenti in cui questo è stato esaminato dai tecnici di Ris e del Lic avrebbero permesso anche di «stabilire una data precisa in cui l’alterazione è avvenuta». La manomissione del taglio del lamierino, che sarebbe così risultato compatibile con le microstrie di una forbice sequestrata a Zornitta, era già stata affermata da una precedente perizia di parte fatta eseguire dalla difesa di Zornitta, poi confermata dal Ris dei carabinieri. Ora Paniz, sulle base di nuovi reperti fotografici messi a disposizione dei propri consulenti, preannuncia che la difesa sta completando un supplemento della perizia di parte, che sarà depositato alle Procure che indagano sul caso, Venezia e Trieste. Per Paniz vi sono due scenari che si aprono dopo questo risultato: «L’archiviazione nei confronti di Zornitta dato che questa, per ammissione della stessa accusa, era la prova del nove dell’inchiesta; dall’altro l’accertamento della responsabilità del Lic, quindi dello Stato, per i gravi danni subiti dal mio assistito. Quanto alle responsabilità personali, io non mi pronuncio. Non posso dire che siano solo in capo a Ezio Zernar, perchè Zernar dirigeva un ufficio, il Lic, dove lavoravano molte persone». Su dove la manomissione sia avvenuta, il dottor Vittorio Borraccetti, da cui dipende il Lic spiega: il perito non doveva dare queste risposte. «Ignoro la perizia», ha detto l’avvocato Emanuele Fragasso, difensore di Zernar, «e comunque sono abituato a trattare i processi nelle sedi opportune. La perizia si formerà in udienza nel contradditorio fra le parti. Prima di allora ci sono solo voci e niente di più».
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