Un precedente tre anni fa a Montebelluna
SANTA MARIA DI SALA. È destinato a fare scuola, con la “S” maiuscola ma anche con la “c” e non la “q”, il caso della docente elementare di Santa Maria di Sala, licenziata dalla preside e che ha perso ben due ricorsi contro il Miur. Un esempio di come la scuola pubblica, in certe determinate occasioni, funzioni. In questo caso, la dirigente scolastica ha avuto la possibilità di agire. Molto rari, in Veneto, i precedenti. Nel 2015 un caso analogo scoppiò a Montebelluna, nel Trevigiano, nell’istituto superiore Einaudi-Scarpa. Un docente di ruolo venne licenziato perché, a detta di tutti, non sapeva insegnare. Voti bassi e giudizi altisonanti. Ma qui non ci furono ricorsi. Casi analoghi? Non se ne ricordano, almeno in tempi recenti. Solo la storia di un’insegnante di Padova che, nel 1987, perse il lavoro per lo stesso motivo della docente di Santa Maria di Sala. Lei fece ricorso al Tar e al Consiglio di Stato. Le diedero torto e, nel frattempo, la prof morì. (s.bet.)
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