Uccide l’ex compagna con dieci coltellate

Folle gesto di Paolo Rao, figlio dell’ex direttore generale dell’Usl padovana Massacra la giovane donna all’alba, poi tenta di impiccarsi ma viene salvato
Di Enrico Ferro
FERRO - OMICIDIO VIA CANESTRINI
FERRO - OMICIDIO VIA CANESTRINI

PADOVA. La follia ha preso il sopravvento su tutto: sull'amore, sul futuro, sul nome del padre che a questa città ha dato tanto. Paolo Rao, 30 anni, laureato in Ingegneria, figlio dell'ex direttore dell'Usl 16 Fortunato Rao,ha scelto una calda domenica mattina di inizio autunno per spazzare via tutto ciò che aveva costruito. Con una decina di coltellate al torace ha ucciso la compagna Erica Ferazza, 27 anni, laureata in Psicologia, originaria di Arsago Seprio in provincia di Varese. In casa, travolta dallo strazio e dalle urla di dolore, la loro figlia di tre anni e mezzo. Paure, ira e depressione sono i demoni che da tempo invadevano la fragile mente di un giovane che ha scelto di uccidere a un anno esatto dalla morte del papà e il giorno prima del compleanno della donna a cui voleva giurare amore eterno.

L’allarme all’alba

Sono passate da poco le 7 e il sole è già alto in via Canestrini 245, nel complesso di edilizia residenziale alle spalle dell’ospedale Sant’Antonio e a due passi dall’argine di Terranegra dove tutti fanno jogging. I residenti della palazzina C vengono svegliati dalle urla disperate di una donna e dalle atroci minacce del suo compagno. Qualcuno prova a uscire in corridoio trovando il coraggio di salire al terzo piano per bussare alla porta dell’appartamento in cui abitano i due giovani e la bimba. Ma la risposta è agghiacciante: «Andate via altrimenti ammazzo tutti». Parte la telefonata al 113.

I soccorsi

Appena i poliziotti della squadra volante arrivano sul posto si rendono conto che non c’è un istante da perdere. All’ultimo piano della palazzina grigia c’è una persona barricata che minaccia di uccidere. I vicini riferiscono ai poliziotti di aver sentito urla disperate, fanno presente che all’interno c’è anche una bambina. Improvvisamente cala il silenzio. Gli agenti utilizzano la scala dei vigili del fuoco e riescono a entrare dalla finestra, piombando così nell’orrore del raptus.

La scena del delitto

La donna, Erica Ferazza, giace esanime sul divano del soggiorno con il pigiama intriso di sangue. Dalla scala a chiocciola che porta al piano mansardato spuntano le gambe di lui. Paolo Rao sta morendo impiccato con un lenzuolo issato alla ringhiera e usato a come un cappio. Ha i polsi feriti. Sul parquet c’è il coltello da cucina insanguinato. I poliziotti si avventano sul trentenne, lo sollevano e tranciano il lenzuolo strappandolo alla morte. In uno studiolo accanto al soggiorno c’è la figlia di tre anni e mezzo, a piedi scalzi, con il pigiamino rosa. La bimba viene presa in braccio da una poliziotta che con dolcezza le adagia la testa sulla spalla evitandole lo spettacolo della casa dell’orrore. Paolo Rao viene caricato in ambulanza e portato al pronto soccorso, per Erica Ferazza invece non c’è niente da fare. Le sue mani sono costellate di tagli: ha provato a difendersi.

Gli accertamenti

Tra i due le cose non andavano più bene da un pezzo. Il loro rapporto si era deteriorato subito dopo la nascita della bambina. Un carattere difficile quello di Paolo, giovane dalla personalità complessa e allo stesso tempo fragile. Le realtà è che la morte del padre Fortunato, per lui, era uno choc mai superato. Lei, Erica, l’aveva capito. Forse anche per questo, nonostante l’amore svanito, aveva deciso di riavvicinarlo, di provare a creare una nuova “normalità”. Da circa un anno e mezzo viveva sola con la sua bimba ma nonostante questo tentava di coinvolgerlo. I vicini di casa la descrivono come una ragazza solare, aperta: il contrario di lui sempre chiuso, introverso, schivo e avaro di saluti. Né il fratello, la sorella e neppure la madre che vive a San Giorgio delle Pertiche: nessuno aveva compreso a pieno ciò che Paolo stava covando.

Le indagini

Sono due i tasselli mancanti per completare questa triste storia di depressione e violenza: le ultime ore di vita di Erica, il sabato notte di Paolo. Marco Calì, capo della squadra mobile e Valeria Pace, responsabile delle volanti, ieri hanno lavorato tutto il giorno interrogando vicini di casa e parenti. Nessuno sa ancora se Paolo si fosse presentato in via Canestrini solo ieri mattina o se invece avesse trascorso lì la notte. Gli investigatori della questura hanno inviato la richiesta per acquisire i tabulati telefonici. Solo così saranno in grado di stabilire tutti i movimenti del trentenne ingegnere che ora è piantonato nel reparto di terapia intensiva perché accusato di omicidio. Il pm Vartan Giacomelli, oltre a coordinare l’indagine, sta cercando anche di trovare la soluzione migliore per la bimba. Una bimba rimasta sola in una calda domenica mattina d’inizio autunno. Una bimba che oggi non potrà fare gli auguri alla mamma per i suoi 28 anni.

@enricoferro1

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