Tsuroplis, l’ombra dei complici

La presunta bustarella al presidente Ames: al vaglio l’ipotesi concussione
Arrigo e Ugo Poletti
Arrigo e Ugo Poletti
MESTRE. Il primo ad essere sentito dagli investigatori veneziani nel carcere di Trento sarà Arrigo Poletti, a seguire nella sua abitazione il fratello Ugo. Il primo a quanto pare non si rende ancora conto della gravità di quanto successo e tende a minimizzare il tutto. L’altro ha già vuotato il sacco e detto quanto sapeva sul fallimento dell’operazione Aeroterminal e sui rapporti con Efstathios «Statis» Tsuroplis indagato a Venezia, assieme ai due e a una loro collaboratrice, per corruzione. E da domani la posizione di Tsuroplis potrebbe comnplicarsi. Infatti Ugo quando è stato interrogato dagli investigatori trentini ha detto chiaramente che quando hanno spiegato al «greco» la neccessità di ottenere il pagamento dello stato di avanzamento dei lavori, nonostante i termini non venissero rispettati, ha chiesto i soldi.


In sostanza l’Ames, la società presieduta da Tsuroplis, aveva commissionato la realizzazione ai Poletti di una nuova sede al Tronchetto. La consegna dei lavori era però in ritardo e quindi i costruttori trentini secondo contratto non potevano avere i vari pagamenti stabiliti in base all’avanzamento dei lavori. Un problema non da poco: in quel momento i due costruttori avevano bisogno impellente di liquidità. Stando al racconto di Ugo per consentire lo stesso i pagamenti il «greco» chiese 30mila euro per sé. Ventimila vennero versati, la seconda rata per la quale chiesero un prestito ad una loro collaboratrice non venne mai versata perchè prima arrivarono le manette per Arrigo. Stando a quest’ultimo quei soldi erano un «riconoscimento» per l’intermediazione di Tsuroplis nella vendita di un edificio di loro proprietà. Per Ugo non è assolutamente andata così e accusa apertamente il «greco», come i trentini chiamavano Tsuroplis.


La prima domanda che gli inquirenti trentini hanno posto a Ugo quando lo hanno interrogato il 30 di novembre è stata proprio sui rapporti con il «greco». E lui non ha avuto incertezze nel spiegare la storia della «mazzetta». In quel momento Guardia di Finanza e magistrato, sull’argomento, avevano solo le intercettazioni telefoniche tra i due imprenditori. Dialoghi sufficienti però al sostituto procuratore Federico Bressan per ottenere un mandato di perquisizione nei confronti di Tsuroplis avvenuta proprio nelle stesse ore che a Trento Ugo parlava.


Nelle sue ammissioni Ugo ha spiegato come stornando soldi dall’affare Aeroterminal loro hanno tentato di ripianare debiti che avevano in altre società. Soldi che transitavano sui conti personali dei due su indicazione di Arrigo. L’interrogatorio di Ugo è durato un’ora e mezza, centottanta minuti di ammissioni.


L’interrogatorio dei due fratelli per il pm Bressan sarà fondamentale. Infatti il magistrato potrà chiarire definitivamente se è stato Tsuroplis a chiedere il denaro o se gli è stata fatta una «donazione» come regalo. E inoltre se Tsuroplis millantava la possibilità di concedere il pagamento o se era nelle effettive possibilità di farlo. Ma in questo caso poteva decidere da solo oppure doveva per forza essere d’accordo con qualcuno.


E’ evidente che essendo lui il presidente di Ames di sicuro non si occupava strettamnte di contabilità e quindi se sotterfugio c’è stato deve essere stato compiuto con la complicità di qualcuno. Se ha chiesto veramente lui il denaro, Tsuroplis difficilmente eviterà di essere indagato per concussione. Un reato, per lui, ben più grave della corruzione in concorso per cui è indagato ora. E allora gli scenari che si apriranno saranno ben più inquietanti e chissà dove porteranno gli investigatori.

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