Dona un rene a una sconosciuta, a Padova un trapianto samaritano
Un uomo in perfetta salute ha donato un rene senza conoscere la ricevente, permettendo a una donna in lista d’attesa di tornare a una piena qualità di vita.Il donatore: «Ho ricevuto dalla vita molto, e molte cose gratuitamente, compresa la salute che ho potuto condividere con un'altra persona»

Un uomo ha donato da vivente uno dei suoi reni alla Rete nazionale trapianti, presso il Centro trapianti rene e pancreas dell'Azienda Ospedale di Padova, consentendo a una donna a lui ignota, in lista d'attesa, di ricevere il trapianto e recuperare una piena qualità di vita.
Si tratta di una "donazione samaritana", ovvero una procedura in cui una persona in perfette condizioni di salute sceglie volontariamente di sottoporsi al prelievo di un rene per offrirlo in modo anonimo, gratuito e non diretto, non a un proprio familiare ma a un ricevente sconosciuto, e il decimo caso in Italia dal 2015.
A renderlo noto è il Centro nazionale trapianti (Cnt), precisando che l'ultima donazione di questo tipo in Italia risaliva esattamente a un anno fa ed era anch'essa avvenuta a Padova.
Dal 2015, anno in cui il Centro ha attivato col via libera del Consiglio superiore di sanità questo programma specifico, si sono registrate complessivamente dieci donazioni samaritane.
La procedura di donazione e trapianto è stata effettuata alcune settimane fa, nell'arco di una singola giornata, dall'equipe guidata dalla professoressa Lucrezia Furian, direttrice del Centro trapianti padovano.
Donatore e ricevente sono stati dimessi come previsto nel giro di pochi giorni, e oggi sono entrambi in ottime condizioni. Il donatore samaritano è stato sottoposto a un rigoroso iter clinico, immunologico e psicologico prima dell'ammissione al programma.
Il via libera definitivo è arrivato dal Tribunale competente.
Il racconto del donatore
«Il percorso è iniziato quando ho fatto l'ultima donazione di sangue, che poi non ho più potuto fare per raggiunti limiti di età. Vivendo l'esperienza di mio cognato che è morto prima che arrivasse un fegato utile a farlo sopravvivere, ho maturato l'idea di diventare donatore samaritano».
A parlare è il donatore samaritano del rene che ha salvato la vita a un paziente a Padova, in collegamento telefonico durante la conferenza stampa di presentazione dell'intervento eseguito nelle scorse settimane.
«Ascoltando il Vangelo in chiesa, in uno dei passaggi su San Giovanni Battista, ho avuto una sorta di illuminazione, e ho pensato: se le tuniche di cui parla il Battista fossero nel mio caso i reni? Ho trovato sul sito dell'ospedale di Padova le risposte che cercavo e ho chiamato il centro. I chiarimenti mi sono arrivati direttamente dalle professoressa Furian e ho pensato che anche questo fosse un segno».
Il donatore ha raccontato: «Non volevo che lo sapesse nemmeno mia moglie, poiché credo nella necessità evangelica di non far sapere alla mano destra ciò che fa la sinistra.
L'equipe dell'ospedale di Padova mi ha seguito molto bene anche sotto questo aspetto, e allora ne ho parlato con mia moglie, i miei figli e il mio direttore spirituale.
L'intervento è avvenuto a ottobre, e mi sento davvero bene. Mi manca un rene eppure faccio tutto quello che facevo prima, sono assolutamente contento di come sono andate le cose. Ho ricevuto dalla vita molto, e molte cose gratuitamente, compresa la salute che ho potuto condividere con un'altra persona».
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