Terrore a Musile, speronano l’auto e rapinano il gioielliere
I banditi sparano e colpiscono l’uomo con il calcio del fucile: bottino di 60 mila euro. Il colpo domenica sera, rubata la valigetta con orologi e preziosi

MUSILE. Lo hanno seguito sulla statale 14 fino a Musile per bloccarlo vicino alla rotatoria della Fossetta. Così è stato rapinato il noto gioielliere di San Donà, Giampaolo Murello. L’uomo ha rischiato la vita davanti ad una banda di malviventi spietati. Un commando di rapinatori che si erano divisi su due mezzi, un furgone Daily e una Peugeot berlina, domenica sera alle 20 ha braccato Murello, 48 anni di San Donà, gioielliere famoso per le televendite, con sede principale dell’attività in via Como 58.
Stava tornando dalla registrazione di un programma televisivo sulla emittente «La 9» a Padova. Era al volante della sua Mercedes, quando poco prima della rotatoria è sopraggiunto il furgone dalla direzione opposta che lo ha colpito frontalmente. Uno scontro violentissimo che già poteva concludersi tragicamente per il gioielliere, non certo preparato ad un simile impatto all’improvviso e tanto meno a quello che sarebbe accaduto poco dopo.
In quell’istante esatto la Peugeot che lo seguiva da diversi chilometri ha affiancato la Mercedes bloccata dal furgone. Ne sono usciti tre uomini, vestiti di scuro, volto coperto da passamontagna. Due imbracciavano dei fucili di grosso calibro, probabilmente a pompa. Hanno aperto la portiera dell’auto, lo hanno strattonato all’esterno, fuori dell’abitacolo senza minimamente badare al fatto che potesse essere rimasto ferito nel frontale. Poi uno dei tre rapinatori lo ha persino colpito con il calcio del fucile alla testa, tramortendolo. Non hanno avuto pietà di lui che se l’è cavata miracolosamente con ferite non gravi. Pare abbiano anche esploso uno o due colpi di fucile per intimorirlo ulteriormente ed evitare reazioni. Alcuni automobilisti che stavano passando in quel momento hanno sentito il fragore dei colpi esplosi, senza riuscire a capire cosa stesse accadendo sulla statale e pensando ad un incidente. I rapinatori hanno chiesto al gioielliere dove fosse la valigetta con orologi e preziosi per un valore di circa 60 mila euro. Con tutta probabilità seguivano le sue mosse da diverso tempo ed erano ben informati tanto che si suppone avessero «agganci» in zona. La valigetta era nel bagagliaio. L’hanno presa e sono saliti sulla Peugeot di corsa, tutti e quattro, lasciando il furgone incidentato, che è risultato rubato lo stesso giorno a Vigonovo. Sono dunque partiti a tutto gas facendo perdere le tracce in breve tempo.
L’uomo ha chiamato i carabinieri di San Donà che hanno iniziato l’inseguimento predisponendo una serie di posti di blocco in tutto il territorio provinciale. Ma ormai i rapinatori si erano dileguati nel nulla.
I banditi si sono espressi in italiano, forse con un leggero accento veneto. Quasi certamente non erano cittadini stranieri e non si esclude possano avere una base d’appoggio in zona, da dove far scattare i loro raid.
Argomenti:rapine
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video