Nelle chat spopola la canzone ironica contro i tabaccai arrestati a Venezia

I due commercianti di San Salvador presi di mira anche dalla satira per il presunto patto con i borseggiatori che imperversano

Marta Artico
La serranda abbassata del negozio di tabaccaio a San Salvador chiusa dall’autorità giudiziaria
La serranda abbassata del negozio di tabaccaio a San Salvador chiusa dall’autorità giudiziaria

«Tutti che se domanda dove i xe ndai i do tabacheri in Rio Terà dei Pensieri, in rio Terà dei Pensieri». Uno degli episodi di cronaca che ha scosso in questi giorni la quotidianità di Venezia, è stato messo in versi ed è diventato una canzone. Stiamo parlando dell’arresto di Diego e Paolo Vianello, figlio e padre di 51 e 82 anni oggi agli arresti domiciliari i quali avevano trasformato la loro tabaccheria di San Salvador, la cosiddetta Bottega della Pipa, in una sorta di base di riciclaggio per le carte rubate dai borseggiatori agli avventori della città storica.

Tabaccheria in centro a Venezia, per la Procura base di riciclaggio per le carte rubate dai borseggiatori: arrestati titolari e due ladri
I sigilli alla Bottega della pipa a Venezia

La vicenda, che riguarda da vicino veneziani conosciutissimi, è diventata anche materiale per una canzone improvvisata, con tanto di refrain e testo in rima, che sta girando di smartphone in smartphone alla velocità della luce. Ridere per non piangere, questo il messaggio di chi l’ha scritta e che di certo non ha voluto minimizzare l’accaduto, ma casomai farlo arrivare sotto forma di musica, anche a chi ancora non sapeva cosa fosse successo. E che grazie alla canzone, ha chiesto al vicino di casa di aggiornarlo.

Solo un paio di giorni dopo l’operazione dei carabinieri – ricordiamo – appeso alla saracinesca della tabaccheria era apparso il ciclostilato dei cittadini non distratti, non si sa appeso da chi, che invitava i turisti a fare attenzione ai “pickpocket”. Ma appeso alla tabaccheria in questione, suonava come un messaggio dal doppio senso.

La canzone sta spopolando, qualcuno se l’è messa persino come suoneria sul cellulare. Orecchiabile lo è, il fatto c’è tutto, anche se ovviamente gli artisti possono essere liberi nell’interpretazione della realtà e dentro ci mettono anche quello che pensa la gente, tagliente al punto giusto.

Satira con chiaro riferimento ai borseggiatori e al patto, almeno stando alle accuse mosse loro – con i tabaccai. Nella canzone, la truffa ai turisti ai quali venivano rubate le carte di credito e i bancomat per far spese a loro insaputa, è raccontata nel dettaglio.

«Ghe gera do maandrini che fregava i taccuini...e ghe gera anca clienti de do onesti tabachini. Xe nata una amicissia, i gera affessionai, i xe scambiava i doni ma i xe restai fregai. I ghe andava in bottega coe tesere fregae e i tabachieri onesti che faxeva e strissae. I xe scambiava i doni, i gera affesionai, ma no i pensava di essere intercetai».

La storia continua con l’amicizia tra i borseggiatori e i tabaccai, fino a che un giorno non arrivano i carabinieri a portarseli via. «La storia xe finia con sta tabacheria». Un ritornello fatto apposta per batterti in testa. Una satira che fa emergere le tante truffe che scoperchiano un’illegalità latente che viene a galla e ogni volta sconfitta, trova nuove forme per tornare ad autoalimentarsi.

Ecco la canzone

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