Stanze anti-sballocontro le stragi del sabato sera
In discoteca nasce la camera di decompressione, si comincia quest'inverno

La Motorizzazione civile e i rappresentanti delle discoteche mestrine sono d'accordo. Valentino Roma, ideatore di un progetto nato addirittura quindici anni fa, è pronto. Questo inverno, dunque, partirà proprio dalla terraferma veneziana la sperimentazione della Camera di decompressione. Una stanza, collocata al di fuori della discoteca, creata ad hoc per prevenire le ormai tristi stragi del sabato sera. Al suo interno, oltre alla presenza di uno staff specializzato, anche una miriade di accorgimenti per controllare lo stato psicofisico di chi si sta per mettere alla guida dopo una nottata di «scintille». Si va dal classico etilometro, al simulatore di guida, dai massaggi riattivanti fino al defibrillatore.
«A me l'idea piace - dice Carmelo Trotta, direttore della Motorizzazione veneziana -. E per questo sono favorevole a una sperimentazione fuori da qualche discoteca. Bisogna soddisfare prima alcune condizioni: come il costo dell'operazione e le strutture d'apporto. Ma anche definire la serata ideale: il venerdì o il sabato?». Da parte di Tito Pinton, presidente provinciale del Silb, il sindacato dei locali da ballo, un appoggio incondizionato. «Tutti noi siamo sempre in prima linea nella battaglia contro le stragi del sabato sera - incalza -. D'estate, per esempio, a Jesolo collaboriamo con il Sert per dei momenti che potremmo definire di decompressione. Ben venga questa iniziativa. Siamo disposti anche a parteciparvi finanziariamente». Quello dei costi, infatti, sembra il nodo più difficile da sciogliere. La camera di decompressione costa circa 30 mila euro. E, di certo, «la Motorizzazione non può finanziare il progetto per le centinaia di locali che si trovano in provincia», come sottolinea ancora Trotta. Una sperimentazione, invece, è possibile. Magari partendo proprio dalle sale da ballo mestrine, come l'Area, il Molo 5, l'Etò o il Cielo. «Basta ricordarsi - commenta invece Pinton - che le discoteche non possono essere sempre additate con la causa di tutti i mali.
D'altro canto, non sono molti quelli che riescono a ubriacarsi lì dentro. Visto che le bibite hanno prezzi molto alti». Da parte sua, Valentino Roma non sta nella pelle. «Ho inventato la camera di decompressione quindici anni fa - spiega -. E solo negli ultimi anni se ne è intuita l'importanza. Adesso bisogna andare anche nelle scuole e suggerire ai ragazzi di frequentare solo le discoteche che al loro esterno propongono questo tipo di servizio». D'altro canto, ricorda ancora Roma, «sono molte le iniziative prese a livello nazionale o locale per scongiurare le stragi del sabato sera: il braccialetto blu, l'autobus discoteca, il bus navetta, la guida assegnata, campagne pubblicitarie. Tanto per citarne alcune. Ma credo che ognuna presenti dei limiti evidenti. La camera di decompressione, invece, no». Perché «educa il giovane dentro e fuori i locali di intrattenimento a un divertimento sano che rispetti i valori della vita». La sperimentazione di quest'inverno è pensata proprio per saggiare le potenzialità del progetto. Restano naturalmente le problematiche legate al costo economico di una futura operazione capillare.
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Argomenti:stanze anti-sballo
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