Aggredisce la ex con le forbici, stalker ricoverato in Psichiatria: «Ero fuori di me, ora li lascerò in pace»

Il ragazzo si dice affetto da disturbo bipolare e si rivolge anche alla famiglia Cecchettin: «Sarei felice di accettare l’invito del padre di Giulia, se potessi incontrarlo gli chiederei scusa»

Giacomo Costa
Uno dei messaggi deliranti dello stalker, ora ricoverato in Psichiatria a Ferrara
Uno dei messaggi deliranti dello stalker, ora ricoverato in Psichiatria a Ferrara

Per quasi una settimana i suoi spostamenti tra quattro diverse province hanno preoccupato due famiglie, la sua e quella della sua ex fidanzata, che sabato ha picchiato e minacciato con un paio di forbici.

Ora finalmente “Zeus” è immobile, ricoverato nel reparto di Psichiatria di Ferrara, alimentando le speranze di chi confida che sue le dimissioni coincidano con l’inizio di una misura restrittiva decisa dal tribunale. E dall’ospedale, magari anche consigliato da un legale, il 19enne promette: «Non proverò più a contattare nessuno di loro, né lei né i suoi famigliari, voglio lasciare tutti in pace. Voglio concentrarmi sul percorso di recupero».

Il ragazzo è stato portato lì dal padre, che l’ha raccolto dal pronto soccorso di Civitavecchia dopo il secondo gesto estremo compiuto nell’arco di una settimana. Il primo, un’overdose di farmaci, risale a domenica, all’indomani di quell’aggressione a cui la 18enne era scampata per un soffio, riuscendo a farsi soccorrere dagli zii di Mirano, che la ospitavano proprio nel tentativo di tenerla lontana da lui.

«Non mi ricordo esattamente cosa ho fatto quel giorno, soffro di un disturbo bipolare e in quei momenti non ero in me», spiega il ferrarese che si è scelto un soprannome olimpico ma che, ora, sui social si è ribattezzato “lupus bonum”, quasi a ribadire la sua intenzione di cambiare.

«Non mi sto giustificando, non ci sono scuse per quello che ho fatto e sono pronto ad assumermi le responsabilità dei miei comportamenti. Anche per questo sono qui, in cura: mi sono reso conto che avrei potuto fare di tutto e ho deciso di chiedere aiuto».

Zeus specifica di non aver fatto del male al gatto della sua ex fidanzata, ma conferma di aver preso in ostaggio e poi liberato uno dei suoi due ratti domestici, d’altronde tutto è stato ripreso a video da lui stesso, nel tentativo di convincere la ragazza a raggiungerlo; ci sono centinaia di chat, di filmati, di storie sui social che raccontano il suo accanimento contro la giovane e i suoi famigliari, a partire dalla ripresa dell’aggressione di sabato, in un luogo isolato ai margini di via Miranese.

E poi ci sono i post in cui inneggiava a Filippo Turetta, l’omicida di Giulia Cecchettin: «Quando ho scritto quelle frasi ero fuori di me, non è quello che penso: ho seguito il dramma della famiglia Cecchettin con le lacrime agli occhi. So che il padre di Giulia, Gino, ha espresso la volontà di incontrarmi. Ne sarei molto felice, vorrei poter parlare con lui, scusarmi, spiegarmi».

Il 19enne, anche in vista del procedimento legale che lo vedrà protagonista, cerca di mettere ordine negli eventi degli ultimi giorni, fornendo la sua versione: «Non ero tornato a Civitavecchia per tormentare un’altra mia ex, ero lì per un’udienza in tribunale, proprio per la denuncia che lei ha sporto nei miei confronti per fatti che risalgono al 2021.

E l’altra ragazza con cui parlo è solo un’amica: è minorenne, è vero, ma non sto cercando di adescarla, non ci siamo mai incontrati».

Già vincolato a Ferrara con un obbligo di firma, quattro volte a settimana, il suo nome è nei fascicoli della procura di Venezia, che ha attivato il codice rosso e che potrebbe chiedere per lui i domiciliari o il braccialetto elettronico.

La ragazza è protetta, seguita da uno psicologo, ma la paura che lui possa riprovare a contattarla è tanta, e infatti l’ultimo messaggio da parte di lui risale appena a due giorni fa.

Lei però sta sviluppando gli anticorpi: «Pensano tutti che mi vuoi uccidere, mi mandano video che parlano di femminicidi», gli diceva prima; oggi fornisce un’altra lettura, avvisa i coetanei: «Non ignorate i segnali, ascoltate chi vi vuole bene». 

 

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