Sottomarina, in spiaggia tra rifiuti e carcasse di animali

I gestori dei bagni: "La colpa è solo di Veritas"
SOTTOMARINA
. Sole, mare, sabbia. Ieri è stata la prima vera giornata d’estate e gli stabilimenti balneari si sono riempiti di migliaia di turisti e gitanti. Chioschi aperti, parcheggi pieni, ombrelloni spiegati e lettini stesi per la prima abbronzatura di massa. Ma sulla battigia c’erano anche tavole di legno, sacchetti, lattine, rami d’albero, bottiglie di vetro, cumuli di alghe marce e perfino carcasse di animali morti.


Sull’arenile spiccavano infatti anche quel che rimaneva di un gabbiano e un cane. Il tutto tra i piedi dei bagnanti che cercavano il relax domenicale. Un relax che, per molti, si è trasformato in un momento di ribrezzo, di «autentico schifo» riferisce qualcuno. C’è stato anche chi se n’è andato inveendo contro la «sporcizia di Sottomarina» e chi ha protestato con i gestori degli stabilimenti i quali hanno avuto il loro bel da fare per spiegare ai clienti arrabbiati che la pulizia, in battigia, non tocca a loro ma a Veritas e che, se anche volessero, non potrebbero farla senza rischiare una multa. una classica situazione «all’italiana», insomma.


«La Veritas dovrebbe pulire tutti i giorni - dice Lucio Ravagnan dei bagni Perla - invece l’hanno fatto sabato, che non c’erano quasi clienti e oggi (domenica, ndr) non si è visto nessuno. Noi paghiamo decine di migliaia di euro l’anno per avere al pulizia, ma il servizio è carente. Siamo aperti da Pasqua e, prima, venivano una o due volte la settimana. Ora che entriamo in piena stagione dovrebbero essere più puntuali. E invece no. L’anno scorso era arrivata sulla spiaggia una mezza carcassa di maiale e l’Asl ci ha detto che, per rimuoverla, serviva il veterinario. Quello è partito da Padova e l’abbiamo dovuto aspettare più di due ore». Analoga situazione ai confinanti bagni Minerva.


«Quando ho cercato di raggiungere la battigia per controllare la situazione di persona - racconta il gestore - sono stato aggredito a parole. Mi hanno detto di tutto, ma quello che mi ha ferito di più che noi non abbiamo rispetto per la gente. Sono mortificato, questo è il mio lavoro e ho fatto debiti per prendere questo piccolo bagno. Non ho nessun interesse a perdere clienti, ma oggi le persone mi hanno detto che a Sottomarina non ci verranno più. Mi sono chiuso in direzione perché mi vergogno a uscire: la gente è arrabbiata con me che non ho colpa e io non so cosa rispondere perché, in fondo, hanno ragione: non si può tenere una spiaggia in questo modo, ma con le regole della differenziata io non posso fare nulla». Le associazione degli operatori turistici hanno posto da tempo il problema ma, dice Ravagnan, «la Veritas ci rinvia ogni volta la data dell’incontro».

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