Sequestrata a Palazzo Ducalela sala del Maggior Consiglio
L’inchiesta avviata dopo la caduta di un pezzo di pietra dall’arco della facciata che sta di fronte al bacino. Mossa del procuratore Mastelloni nell’ambito dell’indagine sulla pietra caduta un mese fa. Romanelli: «Un atto dovuto». Sigilli alla sala del Maggior Consiglio. Turisti disorientati

Il sasso caduto da Palazzo Ducale
VENEZIA.
La sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale è stata posta sotto sequestro penale dal procuratore aggiunto Carlo Mastelloni, che coordina l’indagine sulla caduta della grossa pietra d’Istria finita in piazza San Marco poco più di un mese fa. Da ieri la sala è chiusa al pubblico, tra il disorientamento dei turisti. Si tratta di un sequestro probatorio. E’ dall’arco di uno dei grandi finestroni che si affacciano sul bacino che è caduto il blocco di marmo di circa cinquanta chili che ha ferito alla gamba un tedesco. «E’ un atto dovuto, ora aspettiamo di capire quali sono intenzioni della magistratura per riuscire a riaprire al più presto la sala del Maggior Consiglio»: così il direttore dei Musei civici, Giandomenico Romanelli.
La sala del Maggior Consiglio di palazzo Ducale, quella in cui venne accolto Enrico III di Francia e dove Daniele Manin decretò «la resistenza ad ogni costo l’Austriaco», è stata posta sotto sequestro penale dal procuratore aggiunto Carlo Mastelloni, che coordina l’indagine sulla caduta della grossa pietra d’Istria finita in piazza San Marco poco più di un mese fa. Da ieri la sala è chiusa al pubblico.
Sulla porta d’entrata poco dopo le 15 i carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria della Procura lagunare hanno affisso un cartello con la scritta «Sotto sequestro», davanti ci sono due custodi che impediscono a chiunque di entrare. Si tratta di un sequestro probatorio, che ha ciò lo scopo di preservare il luogo così come era quando è accaduto il fatto, in modo che nessuno lo possa alterare per inquinare le prove. Non c’è, dunque, un termine: a decidere quando togliere i sigilli sarà lo stesso magistrato.
E’ dall’arco di uno dei grandi finestroni che si affacciano sul bacino, infatti, che è caduta la grossa pietra di circa cinquanta chili che ha ferito alla gamba, per fortuna lievemente, un turista tedesco. Oltre all’intera sala, i carabinieri hanno posto sotto sequestro anche l’impalcatura che il giorno dopo il fatto era stata montata in fretta e furia per impedire nuovi crolli e soprattutto per controllare che cosa era accaduto.
Oltre al sequestro, i carabinieri della Procura hanno acquisito negli uffici del maggiore museo lagunare - è anche uno dei più frequentati d’Italia con quelli Vaticani e gli Uffizi di Firenze - tutta la documentazione sui restaruri effettuati sulla facciata trecentesca, quella dalla quale è caduta la pietra. Una visita scontata, quella negli uffici al Ducale, visto che una settimana fa gli stessi militari erano finiti a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, dove ha sede la società che ha compiuto gli interventi sulla facciata tre anni fa, quella che fa capo ad uno dei più noti e affermati restauratori lapidei, Ottorino Nonfarmale. Si erano fatti consegnare l’incartamento che riguarda i lavori al Ducale.
Meno scontato, invece, il provvedimento che prevede il sequestro dell’intera ed ampia sala, uno dei luoghi previsti nella visita che le comitive in arrivo a Venezia prenotano anche un anno prima. Era stata avanzata la proposta di transennare il finestrone in modo che nessuno potesse avvicinarsi pur tenendo aperta al pubblico la sala, ma il procuratore aggiunto Mastelloni ha dato indicazioni che fossero sbarrata l’entrata con i sigilli.
A palazzo Ducale, lo scorso anno, sono entrate ben un milione e 400 mila persone e non è escluso - avrebbero sostenuto i restauratori - che anche l’alto numero di visitatori possa influire sulle strutture portanti e sopprattutto sugli elementi decorativi. Ma tra il restauro e la caduta del pezzo di pietra c’è stato un altro intervento che potrebbe aver influito sulla statica del pesante palazzo, i lavori per alzare la riva sul Molo, lavori durati anni che potrebbero aver provocato assestamenti e spostamenti.
Gli accertamenti sono solo all’inizio, per ora non ci sono indagati e l’inchiesta è stata avviata per il reato di distastro colposo, quello di lesioni, infatti, non è contestabile perchè colui che è rimasto ferito non ha presentato denuncia ed è stato giudicato guaribile in meno di venti giorni.
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