Cauzione da dieci euro per l’armadio dei telefonini: la trovata dopo la stretta di Valditara
Al liceo Vendramin Corner di Castello a Venezia, i ragazzi possono tenere il proprio smartphone nello zaino o riporlo in un armadietto blindato, per il quale pagano una cauzione di dieci euro

La novità di quest’anno scolastico più difficile da digerire per gli studenti è lo stop agli smartphone alle superiori sia a lezione che per tutto l’orario scolastico, ricreazione compresa. Uniche eccezioni concesse: se l’uso dello smartphone è previsto dal piano didattico degli alunni con disabilità.
Tuttavia, la stretta del ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, arrivata da quest’anno anche alle superiori, dopo essere stata introdotta negli istituti comprensivi lo scorso anno, parte in sordina nella provincia di Venezia.
La stragrande maggioranza dei dirigenti scolastici fa sapere di non aver ancora deciso come attrezzarsi, nel concreto, per ritirare gli smartphone. Non certo per mancanza di volontà, quanto per diversi scogli con cui i presidi devono fare i conti.
Infatti, se in linea di massima si sono detti d’accordo con il principio con cui è stato introdotto il divieto - che vale anche per gli insegnanti - raccontano che, nella pratica, ci sono una serie di cavilli che rendono la teoria più complessa da realizzare. «Il divieto è in atto», spiega Marco Vianello, dirigente al liceo Benedetti Tommaseo di Venezia, «ma per eventuali contenitori aspettiamo di iniziare per confrontarci con le famiglie, l’istituto declina ogni responsabilità in caso di danni, è un tema da affrontare».
Nessuna grande novità nemmeno al liceo Marco Polo: «Al momento faremo come abbiamo sempre fatto», fa sapere la preside, Maria Rosaria Cesari, «si possono invitare gli studenti a lasciare i cellulari sulla cattedra, all’interno di una scatola, quando entrano la mattina in classe e a riprenderseli quando escono».
Al liceo Stefanini di Mestre non sono previste scatole per raccogliere i telefoni, «ma modificheremo il regolamento d’istituto togliendo la parte relativa all'uso dello smartphone per fini didattici, cosa che prima era permessa. In pratica, ci atteniamo alle disposizioni del Ministero», spiega la dirigente Mirella Topazio.
Niente scatola nemmeno al Barbarigo Algarotti, fa sapere la preside Rachele Scandella: «Devono tenerlo silenziato nello zaino. Chi lo usa, verrà sanzionato». Al Vendramin Corner di Castello, invece, i ragazzi possono tenerlo nello zaino o riporlo in un armadietto blindato, per il quale pagano una cauzione di dieci euro.
«Non è una novità», precisa il dirigente Michelangelo Lamonica, «era già previsto nel nostro regolamento approvato nel 2023. Se gli studenti vengono sorpresi a usare il cellulare, viene ritirato e consegnato ai genitori dopo un appuntamento con il sottoscritto». Diversa situazione al liceo Marco Foscarini, dove gli studenti si fermano il pomeriggio in convitto.
«Durante le lezioni è vietato, ma è concessa una deroga dopo mensa», spiega la preside Alessandra Artusi, «molti nostri studenti restano a scuola anche nel pomeriggio, chi per le lezioni e chi per le attività con gli educatori, quindi una finestra la dobbiamo lasciare, ma di certo non durante l’attività didattica», precisa.
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