Sand Nativity, il Presepe di sabbia che fa di Jesolo la città della pace

Di ghiaccio, di sabbia o di sassi, Jesolo diventa “Città dei presepi”. E a Jesolo è giunto un messaggio di augurio alla città anche da Papa Francesco.
Il tour è iniziato ieri mattina con l’inaugurazione ufficiale del presepe di ghiaccio in piazza I Maggio, opera dell’Accademia Italiana Ghiaccio Artistico, alla sua seconda edizione in Paese e con la benedizione del vescovo vicario di Kiev, monsignor Oleksandr Yazlovetskij, in visita a Jesolo già da qualche giorno.
Il presepe è contenuto in una grande teca a Jesolo Paese, con temperatura costantemente sotto lo zero. Materiali “effimeri”, il ghiaccio come la sabbia, che plasmati da grandi artisti diventano messaggio di grande intensità che raggiunge il cuore dei visitatori.
In serata, nella nuova location alle spalle di piazza Brescia, è iniziata invece la 20ª edizione di Sand Nativity, sculture modellate con la sabbia dai 14 artisti internazionali, alla presenza del patriarca Moraglia e del vescovo di Kiev.
Infine, il presepe di sassi in piazza Milano opera dello scultore Sergio Dalla Mora, alla prima edizione.
Il 20° Presepe di sabbia
I riflettori ieri si sono però accesi su Sand Nativity: le “Sculture di Pace”, titolo scelto per le opere di questa edizione che come sempre ha lo scopo di finanziare iniziative benefiche che vengono rese pubbliche ogni anno.
Il sipario si è finalmente alzato e ha visto insieme il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, e il vescovo vicario di Kiev Yazlovetskyi, cui è stata consegnata dagli scout la Luce della pace di Betlemme in un momento solenne che prelude la partenza per l’Ucraina in segno di pace universale.
Ad accogliere i visitatori alla mostra, aperta al pubblico da sabato 10 dicembre , “Il leone alato di Vaia”, opera lignea realizzata dallo scultore Marco Martalar, realizzata con elementi di scarto di abete rosso e sfridi di faggio raccolti nei boschi delle Dolomiti, abbattuti dalla tempesta Vaia nel 2018.
Dedicato a Jesolo Sand Nativity, per ringraziare gli artisti che ne hanno dato forma, sarà poi un concerto il 4 febbraio alle 21 nella chiesa di San Giovanni Battista.
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Le opere più belle
La comunità jesolana si è dunque riunita attorno all’esposizione avvolta da un alone di sacralità e forte espressività artistica.
Il messaggio di pace promana dagli stessi scultori che hanno realizzato la scena della Natività. Tra questi, Vadim Gryadov, olandese ma russo di origine, e Slava Borecki, polacco di origine ucraina, che assieme al ceco Radovan Zivny, hanno lavorato per modellare la rappresentazione della nascita di Gesù, lanciando così un verso esempio di fratellanza.
Altra opera molto apprezzata è la tregua di Natale, che raffigura i soldati inglesi e tedeschi nel ricordo di un episodio della Grande Guerra quando gettarono le armi per festeggiare l’evento con una partita di calcio. Un “cessate il fuoco” cui tanti oggi vorrebbero assistere anche in Ucraina.
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