San Donà e Musile pronti a copiare Cittadella
Porte chiuse agli stranieri pericolosi, senza lavoro e con reddito inferiore a 5.061 euro. Nel Veneziano diktat come a Cittadella, il sindaco Zaccariotto: «Soluzione valida pure da noi». E anche Jesolo ci pensa. San Donà e Musile, pronte le ordinanze contro gli stranieri "sbandati". Zaccariotto e Forcolin stanno esaminando il provvedimento. Calzavara non è contrario a priori

SAN DONA’.
Porte chiuse agli stranieri socialmente pericolosi. Anche nel Basso Piave l’ordinanza anti stranieri del Comune di Cittadella fa proseliti e viene copiata pari pari dai primi Comuni del territorio. In testa San Donà, che vede il sindaco Francesca Zaccariotto pronta a esaminare i contenuti per dare disposizione immediate perché sia emanata anche qui. Il sindaco di Cittadella, Massimo Bitonci, ha scelto come parametri del suo «editto» un reddito non inferiore a 5.061 euro annui, niente precedenti o pendenze penali, lavoro, abitazione dotata dei minimi requisiti igienici. Lo stesso si appresta a fare la Zaccariotto, supportata dall’assessore alla sicurezza Alberto Schibuola, che la considera il metodo per liberarsi subito di una massa di nullafacenti.
«Non dobbiamo vergognarci di copiare chi lavora bene - dice la Zaccariotto - questa ordinanza è perfettamente applicabile anche da noi, in un territorio in cui deve essere arginato l’ingresso di persone pericolose per i cittadini. Ho già chiesto copia dell’ordinanza e sono pronta per presentarla a San Donà immediatamente».
Il presidente provinciale della Lega Nord, Daniele Stival, lancia la Zaccariotto: «San Donà sarà il primo Comune del Veneto Orientale ad applicare l’ordinanza di Bitonci». Dalla sponda opposta del Piave, il sindaco di Musile Gianluca Forcolin è altrattanto caricato. «Dopo le dovute verifiche - dice il primo cittadino di Musile - che mi pare siano in corso anche a Cittadella, noi stessi siamo pronti a elaborare l’ordinanza. Ho già dato mandato agli uffici per le nostre di verifiche e credo che questi disagi della società siano ormai comuni a tutti, pertanto una simile ordinanza non conosce confini».
Inaspettatamente anche il sindaco di Jesolo, il moderato, ma decisionista Francesco Calzavara, appare interessato: «Abbiamo già avviato un’opera di scrematura forte - analizza - con i nostri uffici comunali, ma credo che effettivamente poter confermare un reddito di un certo tipo possa garantire che una data persona è impegnata in un’attività, rintracciabile, e quindi abbia un minimo di sicurezza ed affidabilità».
Ma ci sono anche dei sindaci che non sono d’accordo. Alessandro Nardese, da Noventa, ad esempio. «Il rischio è che possano essere penalizzate persone deboli, cittadini stranieri - spiega l’esponente del centrosinistra - che hanno avuto dei problemi con il lavoro e sono rimasti disoccupati. Quello del reddito è un parametro che può indurre in inganno. Già ora ci sono delle misure adottate dagli uffici per fare una selezione e quindi credo che questa ordinanza si eccessiva».
Anche Graziano Teso, sindaco espressione di una civica di centrodestra, uomo di ampie vedute, da Eraclea esprime una sua riflessione su sicurezza e ordine pubblico. «Mi ricordo ancora il vice presidente della Regione Luca Zaia - dice Teso - che aveva proposto un tavolo sulla sicurezza sul quale dobbiamo lavorare e non dimenticarlo. Per il resto i controlli sono e devono essere opera delle forze dell’ordine e devono essere in particolare mirati soprattutto a chi affitta o cede le abitazioni ad irregolari per traffici che sono sempre illeciti. L’ordinanza di Cittadella - conclude il sindaco di Eraclea - mi pare da ascrivere nel novero di quella legislazione creativa che i sindaci producono laddove il legislatore è mancato nella risposta ad un certo disagio che deve essere ascoltato».
Anche il Veneto Orientale, ed il Sandonatese in particolare, è terreno fertile per questo genere di prese di posizione. Anche perché San Donà si avvicina al volto per l’elezione del nuovo sindaco e la sicurezza sarà sicuramente uno temi principali della campagna elettorale.
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