Resta il “fermo” sui compensi dell’ex direttore

VENEZIA. Aveva chiesto la sospensione del provvedimento con il quale l’Agenzia delle Entrate ha “congelato”, in via cautelare, un quinto degli emolumenti da lui percepiti in quanto accusato di...

VENEZIA. Aveva chiesto la sospensione del provvedimento con il quale l’Agenzia delle Entrate ha “congelato”, in via cautelare, un quinto degli emolumenti da lui percepiti in quanto accusato di corruzione. La Corte dei Conti del Veneto, con ordinanza dello scorso 17 aprile, ha respinto l’istanza. Lui è Massimo Esposito, ex direttore dell’Agenzia di Venezia, residente al Lido. L’uomo era stato arrestato lo scorso anno assieme ad altre 15 persone, con l'accusa di corruzione in relazione a presunte mazzette per evadere il Fisco. L’ipotesi per la quale ha indagato la Procura di Venezia è che dipendenti e funzionari pubblici abbiano incassato tangenti e altri benefit versati da imprenditori allo scopo di ammorbidire o di saltare le verifiche fiscali. Un fenomeno fatto non di sporadici episodi, ma di un “sistema” corruttivo secondo quanto ipotizzato dagli investigatori. La Procura della Corte dei Conti ha aperto a sua volta un’inchiesta. Esposito si era rivolto ai magistrati contabili per sospendere il fermo amministrativo applicato a un quinto dei suoi emolumenti e deciso dall’Agenzia delle Entrate. La Corte ha respinto con ordinanza la richiesta. (s.t.)

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