Provincia, Dalla Tor in pista, la «grande corsa» è partita
Lo sfidante di Davide Zoggia, Mario Dalla Tor, attende l’investitura ufficiale. Ma intanto corteggia Udc e Lega e presenta una lista civica con sindaci, assessori e fuoriusciti dalla Margherita

Una lista di sindaci e assessori dei comuni della provincia che fanno capo al centrodestra. E poi due liste civiche: gli ex Popolari transfughi dalla Margherita e i «riformisti socialisti». Sono i tre assi nella manica che il candidato alla presidenza di Ca’ Corner del Pdl Mario Dalla Tor si appresta a mettere sul tavolo. Alle elezioni mancano quasi cinque mesi, ma le truppe sono già in movimento. Davide Zoggia, presidente uscente e candidato dell’intero centrosinistra - da Rifondazione a Italia dei Valori, con Pd, Pdci, Verdi, socialisti e liste civiche - è partito in anticipo, con la manifestazione elettorale e il sostegno di Veltroni e Cacciari.
Sull’altro fronte la decisione ufficiale non è presa. Ma il candidato ormai sicuro è Mario Dalla Tor, ex consigliere di amministrazione Actv oggi capogruppo di Forza Italia a Ca’ Corner. «No, niente interviste», schiva l’ostacolo l’esperto Dalla Tor, «è ancora presto. Posso dire che ho accettato perché sono convinto personalmente della sfida». La prudenza ha una ragione ben precisa. La variabile che può spostare la lancetta da una parte all’altra si chiama Lega.
Negli ultimi giorni i rapporti tra Carroccio e Pdl, anche a livello regionale, sono piuttosto tesi. Lo stato maggiore della Lega sarà convocato la settimana prossima per decidere la linea. «Noi siamo pronti a presentare nostri candidati e nostre liste autonome», scandisce il segretario provinciale e parlamentare Corrado Callegari. E avverte: «Il nostro segretario nazionale Giampaolo Gobbo lo ha detto chiaramente: la Lega è pronta ad andare da sola». Un’incognita che pesa sul risultato di giugno.
«Siamo fiduciosi, stiamo lavorando», sorride Dalla Tor. Che intanto ha messo in agenda una serie di incontri con le altre forze politiche. Oltre alla Lega c’è in ballo l’Udc. Il partito di Casini, all’opposizione in Parlamento, governa nel Veneto con Forza Italia e An. E nonostante il corteggiamento di Cacciari, sta con il centrodestra in Comune e anche in Provincia.
Ma il punto cruciale resta la Lega. Nel 2004 Zoggia vinse di un soffio al primo turno con il 50,5 per cento. Ma il centrodestra era andato diviso. E il candidato della Lega Giovanni Anci aveva sfiorato il 9 per cento. Ma oggi la Lega è data in aumento dai sondaggi e il suo «valore aggiunto» diventa importante.
«I sondaggi ci danno oltre il 50 per cento», rivela Dalla Tor, che sta lavorando alle liste collaterali. Ci sarà sicuramente quella degli «amministratori». L’idea è di portare in lista nomi noti del centrodestra, non esclusi i sindaci di Chioggia, Mirano, Jesolo e San Donà. «Doppi incarichi? Non è proibito», dice Dalla Tor, «l’importante è che non prendano il doppio stipendio».
L’altra carta è quella di unire in una lista i tanti transfughi dalla Margherita. Chi non è entrato nel Pd per scelta - come l’ex assessore della giunta Busatto, non riconfermato da Zoggia, Bruno Moretto - chi ne è uscito sbattendo la porta come l’ex vicesindaco di Mira, silurato da Carpinetti, Paolino D’Anna, passato dal Pd a Forza Italia. «Vedrete, vedrete, saranno molti di più di quelli che immaginate», sorride Dalla Tor. Vecchia scuola socialista, il candidato del Pdl sa bene che alle elezioni i voti bisogna andarseli a cercare.
E mettendo insieme un buon gruppo di politici radicati nel territorio, il numero delle preferenze è destinato a crescere. Minaccia concreta per le speranze di Zoggia, presidente uscente che punta a invertire la tendenza vista alle ultime Politiche di primavera. «La somma dei partiti non basta, conta il candidato e le cose che ha fatto», dice Zoggia. Dalla Tor prepara l’assalto, ma per sciogliere le ultime riserve aspetta il «sì» definitivo della Lega. Che per adesso ancora non c’è.
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