Promossi il mare e le spiagge del Veneto solo Rosolina bocciata

Goletta Verde di Legambiente tira gli orecchi alla Regione «Un milione di persone non è servito da impianti di depurazione»
Di Roberta De Rossi

VENEZIA. Fare il bagno nei mari delle spiagge venete è generalmente sicuro, quanto a pulizia delle acque, con un campanello da allarme - da verificare a breve con nuove analisi - che suona, però, per Rosolina: qui i campioni di acqua marina sono stati trovati “fortemente inquinati”, con concentrazioni di enterococchi intestinali fino a quattro volte superiori ai limiti di legge, non solo alla foce dell’Adige (dove la balneazione è proibita da tempo), ma anche nei pressi della spiaggia libera di Marina di Caleri.

Due campioni completamente oltre soglia e nove, invece, “entro i limiti di legge” - dalla Laguna del Mort di Eraclea agli Alberoni del Lido di Venezia, dalle spiagge alle foci di Piave e Sile a Jesolo, fino a Sottomarina, da Spiaggia Brussa alla bocca di porto di Punta Sabbioni - è il risultato della campagna di monitoraggio 2013 di Goletta Verde, il laboratorio galleggiante di Legambiente in questi giorni a Venezia, dove ieri ha assegnato anche la bandiera nera di “Pirata del mare” al presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa. Un contro-premio per la gestione della questione grandi navi in transito per il Bacino di San Marco, che Costa si è aggiudicato per la difesa ad oltranza del progetto di scavo di un nuovo canale di accesso alla Stazione Marittima - osteggiato come ennesimo sconquasso idrogeologico per la laguna da ambientalisti e dal sindaco Orsoni, che preferisce il trasferimento immediato alle banchine di Marghera - ma anche per la mancata elettrificazione delle banchine del porto, dopo averla a lungo promessa.

Tornando ai mari veneti - sottolinea Legambiente - sono sì balneabili, ma con una postilla non di poco conto.

«Nelle analisi sulla presenza di microbatteri, i nostri biologi seguono la normativa italiana e comunitaria», osserva Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde, «per quanto riguarda enterococchi intestinali, escherichia coli, temperatura dell’acqua, Ph, ossigeno disciolto, con analisi che portano a un risultato “nella norma”, “inquinato” o “fortemente inquinato”. La maggior parte delle spiagge venete è risultata nella norma: ma nel 2010 sono entrati in vigore limiti molto elevati, talvolta raddoppiati, altre volte ancor di più, e dunque possiamo dire che molte coste italiane sono state “pulite per decreto”. Comunque, la balneabilità è assicurata nelle spiagge venete, ci spiace solo aver verificato una grave criticità proprio nei pressi di una spiaggia pubblica di Rosolina, aperta a tutti i cittadini: l’amministrazione comunale deve indagare per verificare quanto sta accadendo e risolvere il problema». «È quello che faremo sicuramente, per verificare se vi siano scarichi abusivi», sottolinea l’assessore all’Ambiente del Comune di Rosolina, GiovanniCrivellari, «in quel tratto di spiaggia a sud del campeggio Vittoria e a nord del Giardino botanico, nonostante i divieti, nella spiaggia libera molte persone portano animali, come cani o cavalli: pensiamo possa essere riconducibile a questa abitudine. Vigileremo, ma mi preme ricordare che sinora tutti i rilievi dell’Arpav - negli anni passati e in corso - danno valori nella norma».

Una tirata d’orecchie - come ogni anno - Goletta Verde la riserva alla Regione Veneto: «Il tutto sommato buon risultato del Veneto non può però permetterci di abbassare la guardia sul fronte della depurazione», osserva Luigi Lazzaro, di Legambiente Veneto, «gli ultimi dati Istat del 2009 dicono che circa un milione di cittadini veneti non è servito da un adeguato impianto di depurazione, con una copertura del 79,2%, contro una media nazionale delle regioni costiere del nord che, invece, si attesta all’81,9%».

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