Promosse le spiagge ma il mare va difeso da plastica e sigarette

VENEZIA. Le spiagge del litorale veneto sono pulite, ma i reati ai danni del mare sono raddoppiati. Su undici località, il campanello d’allarme è scattato solo per Barricata di Porto Tolle, trovato fortemente inquinato. Oltre alla pesca di frodo, alla cattiva depurazione e al ciclo del cemento irregolare, è stata chiamata in causa Regione in quanto «la costa del Veneto continua a fare i conti con grandi progetti di speculazione edilizia che tentano di farsi spazio tra le maglie della legge e il vento contrario di comitati e associazioni ambientaliste». Infine, non si placa la cattiva abitudine di gettare in acqua la plastica alla quale si aggiunge quella di gettare i mozziconi di sigarette in spiaggia e in acqua. È questa la sentenza sul Veneto di Goletta Verde, l’imbarcazione di Legambiente che ogni anno monitora le coste italiane.
Ieri la squadra, partita da Genova il 18 giugno, ha fatto tappa all’Isola della Certosa, ospite di «Vento» di Venezia. In queste settimane il laboratorio di analisi della Goletta Verde ha prelevato campioni di acqua per verificare i parametri microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico fisici (temperatura dell’acqua, pH, conducibilità e salinità). La buona notizia è che il litorale veneziano è entro i limiti imposti per legge. Il popolo delle spiagge può continuare a fare il bagno con tranquillità.
«Le nostre spiagge hanno superato gli esami» ha detto Luigi Lazzaro di Legambiente, « ma siamo peggiorati per i reati ai danni del mare. Se da un lato siamo contenti che ci siano stati molti controlli, dall’altro lato invitiamo la Regione a fare una riflessione su cosa si sta facendo contro la cattiva depurazione, gli scarichi selvaggi e se ci sono in atto campagne più incisive per quanto riguarda i mozziconi di sigaretta». Che fine fanno questi dati e numeri? «Siamo stati precisi e puntuali nei dati» ha aggiunto Francesca Ronchi dell’Ispra, «affinché arrivassero alle amministrazioni e nella speranza che vengano usati per politiche di tutela ambientale». La cattiva notizia è il numero di comportamenti illegali che ha portato a nominare il dossier 2016 «Mare Monstrum». In Veneto i reati ai danni del mare nel 2015 sono stati 813 (nel 2014 436) con 871 persone arrestate e 228 sequestri.
I peggiori reati sono relativi alla pesca di frodo con 360 infrazioni e altrettante persone denunciate e arrestate e 59 sequestri, seguiti dalle 225 infrazioni per cattiva depurazione e scarichi selvaggi con 233 persone denunciate e 118 sequestri, per finire con i reati legati al ciclo di cemento con 143 infrazioni accertate, 191 persone denunciate e 27 sequestri e quelli sulla navigazione fuorilegge che hanno visto 87 persone denunciate e 85 reali contestati. Nel dossier (www.legaambiente.it) la parte dedicata al Veneto sottolinea la sofferenza della laguna per il problema delle grandi navi non ancora risolto e il rischio di nuovi scavi e un secco no al progetto del villaggio turistico sulle dune di Valle Vecchia. Per quanto riguarda la plastica e i mozziconi, Lega Ambiente e Ispra hanno rilanciato la campagna «Don’t Waste Venice» con il simpatico slogan «To bin or not to bin?» (Cestino o non cestino?, ndr), fornendo i primi dati: su 18 chilometri sono stati recuperati 804 rifiuti galleggianti di cui l’87% di cui il 25% di mozziconi e il resto di plastica, dati che rispecchiano a livello nazionale i 2600 chilometri di costa percorsi l’anno scorso con 2597 rifiuti galleggianti di cui il 95% di plastica.
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