Progettavano un rapimento arrestati due banditi in Riviera
Nel mirino un imprenditore di Dolo. Doveva essere tenuto ostaggio il tempo di rubare quanto di valore c’era in casa e in azienda. In cella Gianni Moretti, 30 anni, e Eduard Keta di 26

Un controllo dei carabinieri durante le indagini sul tentato rapimento
DOLO. L'assalto alla villa dell'imprenditore era in programma nei prossimi giorni: l'uomo doveva essere tenuto ostaggio il tempo di rapinare quanto di valore c'era in casa e nella sua azienda. Ma i carabinieri sono arrivati prima e hanno arrestato Gianni Moretti, 30 anni e l'albanese Eduard Keta, (26).
Il primo appartiene ad una delle più temute famiglie del mondo dei cosidetti giostrai che da sempre vivono di rapine. Gli stessi altri giostrai temono i Moretti per la loro violenza. È dall'autunno scorso che Gianni Moretti ritorna a essere personaggio interessante per i carabinieri del Nucleo Investigativo di Venezia del capitano Enrico Risottino impegnati a indagare su una serie di rapine avvenute nel Miranese e in Riviera del Brenta ai danni di supermercati e banche.
Con lui finiscono nelle informative degli investigatori altri giostrai e un albanese uscito di carcere dopo avervi trascorso qualche anno perchè trovato con quattro chili di eroina a Padova. Per i carabinieri inizia un periodo di pedinamenti in mezzo Nordest. Infatti il gruppo si sposta tra le province di Padova, Venezia, Treviso, Pordenone, Udine e Rovigo. Sono sempre alla ricerca, scopriranno col proseguo delle indagini, di obiettivi da rapinare: tabaccherie, banche, supermercati. In teoria può sembrare facile seguire e cogliere sul fatto questi rapinatori. In realtà i giostrai sono tra i più guardinghi banditi che le forze dell'ordine conoscono. Quando sono finiti dietro le sbarre hanno scoperto dagli atti come tradiscono i telefonini, le intercettazioni ambientali e i gps applicati alle auto. Ecco allora che quando devono parlare di «affari» raggiungono un campo aperto e si mettono proprio al centro e lì discutono. Impossibile intercettarli anche perché da lì vedono una persona nel raggio di chilometri. Cambiano al giorno più telefonini che camicie per non dire delle auto. Ma alla fine, anhe questa volta, i bedi come i giostrai chiamano i carabinieri, sono riusciti a intercettarli. Coordinati dal sostituto procuratore di Venezia Stefano Ancillotto scoprono che due del gruppo hanno già messo a segno una colpo, nel dicembre scorso in via Guizza a Padova. Due banditi rapinano, appena chiuso il negozio, una tabaccaia. Raccolti gli elementi su questo episodio gli atti vengono spediti alla Procura di Padova dal pm Ancillotto. Le indagini proseguono anche perchè non tutta la banda è stata individuata e si tratta di un gruppo interscambiabile. Non sempre ai colpi partecipano le stesse persone. Col passare delle settimane i carabinieri mettono assieme indizi che fanno suppore che il gruppo possa aver commesso almeno sette colpi nella zona compresa tra il Miranese e il Camposampierese.
Una decina di giorni fa dalle intercettazioni si capisce che Moretti assieme all'albanese e ad altri del gruppo stanno organizzando un colpo grosso: prima di Ferragosto vogliono fare irruzione nell'abitazione di un industriale di Dolo per prenderlo in ostaggio e svaligiargli la casa e l'azienda. I carabinieri stringono i tempi per ottenere da Padova le ordinanze di custodia cautelare in carcere per Moretti e Keta ritenuti i responsabile della rapina alla tabaccaia. Questo per evitare di arrivare a sventare il colpo all'ultimo momento. Le richieste dal pm Federica Baccaglini le ordinanze concesse dal gip Paola Cameran sono state eseguite dai carabinieri l'altra mattina. I due sono stati trovati a Noventa Padovana e in un cmpo di giostrai vicino ad Albignasego.
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