“Copate a rate”: il post social del sindaco diventa un caso

«Un post inopportuno e inaccettabile per chi ricopre il ruolo di primo cittadino», spiegano i consiglieri, «Il sindaco rappresenta l’intera comunità, ne tutela l’immagine pubblica: non può permettersi leggerezze di questo tipo. Purtroppo, non si tratta di un caso isolato. Già in passato erano comparsi contenuti offensivi e di cattivo gusto che avevano suscitato sconcerto. La ripetizione dimostra che non parliamo di una singola leggerezza, ma di un atteggiamento costante che banalizza la violenza e scivola in un linguaggio inaccettabile. La gravità è ancora più evidente se si considera che il sindaco è un poliziotto, chiamato quindi a avere una sensibilità e un senso di responsabilità maggiori nell’uso delle parole. In un momento storico segnato da conflitti e tensioni sociali, leggere simili commenti non solo è poco consono al ruolo istituzionale, ma profondamente dannoso. Chiediamo al sindaco di chiarire le sue intenzioni e assumere un atteggiamento consono al ruolo che ricopre».

«La minoranza sta strumentalizzando un post pubblicato sul mio profilo personale e non sulla pagina ufficiale del sindaco», spiega Armelao, «anche un sindaco ha una vita privata: il mio profilo personale è uno spazio dove condivido momenti di vita quotidiana che non riguardano necessariamente la politica, ma famiglia, amici, colleghi, hobby e momenti di svago. È un ambito distinto dall’attività istituzionale. La foto con la maglietta “copate a rate” è stata scattata durante una scampagnata domenicale con amici. Chi mi conosce sa che sono astemio: quella scritta, ironica, è un simpatico riferimento a un amico che scherza sul “bere a rate”».