Ponte, il primo pezzo montatoa tempo di record

Dopo la galoppata notturna della chiatta Susanna in Canal Grande, mattinata tesa per il montaggio del primo concio
VENEZIA. Fondamenta di Santa Chiara, ore 11.55. Un rumore impercettibile segnala che l'operazione è riuscita. In tempo di record, il primo pezzo del quarto ponte sul Canal Grande, arrivato a piazzale Roma nella notte a bordo di un'enorme chiatta, è finalmente al suo posto. Eccolo, il ponte di Calatrava. Non è più un fantasma, un «mostro mangiasoldi», occasione dei dibattiti infiniti tra chi è pro e chi è contro. E' uno scheletro rosso dalle forme che danno emozione e portano in laguna uno squarcio di futuro. Un'opera che finalmente si vede nel suo sito originale. Nuovo inquilino di un'area destinata a cambiare volto, con il nuovo trenino sopraelevato che dovrebbe essere ultimato nel 2009. Segno di gran classe, ma inconsueto in un paesaggio abituale, immutato da decenni.

A mezzogiorno, quando il cantiere si ferma e gli operai si tolgono gli elmetti, il sindaco Cacciari e il plotone degli ingegneri tirano un sospiro di sollievo. E' andata. Nel pomeriggio il pontone Susanna con a bordo l'enorme gru è stato spostato dall'altra parte del canale, verso la stazione. Stamattina alle 7 si ricomincia, con le operazioni per la posa del secondo concio. «Più semplici dell'altro», assicurano gli ingegneri.


Ieri, dopo anni di polemiche, il ponte di Calatrava ha dato spettacolo. Turisti e veneziani assiepati sulle rive, ingegneri e tecnici indaffarati a dirigere il traffico.
Alle 10.20 la «spalla» del ponte viene sollevata come un fuscello dall'enorme gru idraulica della ditta Calabrese. Comanda le operazioni Donato Sciammano, 60 anni, da Potenza. «Un mago del settore», lo definisce l'ingegnere Hermes Redi, responsabile della sicurezza. L'operazione è delicatissima, seguita sul campo dai direttori dei lavori con il computer. Ma alla fine su tanta tecnologìa vince il fattore umano. Sono due operai della Cignoni a dirigere con una corda bianca lo scheletro, sospeso nell'aria come un trofeo, per portarlo verso gli «innesti» alla base del ponte. Il giocattolo pesa 79 tonnellate, e tutto viene fatto sull'acqua, a bordo delle grandi chiatte galleggianti. Dunque, bisogna calcolare bene i pesi e gli spostamenti. Il sottofondo del «Susanna» funziona a camere stagne, e l'acqua viene trasferita di continuo da una parte all'altra per bilanciare l'enorme spinta. Comincia la rotazione della gru. Movimenti lenti e impercettibili. Chiatte immobili, perfettamente bilanciate e ancorate. Il capocantiere della ditta Fagioli Riccardo Bernini dirige dall'alto le operazioni con cenni della mano. Il ponte «atterra» sugli appoggi, che per anni hanno fatto bella mostra in piazzale Roma richiamando facili ironie sui ritardi e le misure sbagliate. Adesso tocca agli ingegneri prendersi la rivincita. Il bestione si sposta di pochi centimetri al minuto, tocca finalmente i grandi perni in acciaio. Due operai dirigono «a mano» la struttura metallica. Ad un certo punto arriva l'alt. «Ha sputato fuori teflon», si sente gridare Chiara Romaro, che dirige con il padre Mario le operazioni di innesto. Il teflon viene pazientemente rimesso al suo posto e il concio «scende» di altri venti centimetri. Poco prima di mezzogiorno l'operazione è conclusa. Dietro gli innesti vengono lasciati alcuni centimetri: serviranno per le saldature e i lavori di assemblaggio. Ma il grosso è fatto. «Una dimostrazione di efficienza, grazie a tutti», commenta quasi commossa l'assessora ai Lavori pubblici Mara Rumiz.

In mattinata, a gustarsi lo spettacolo, era arrivato anche l'assessore ai Trasporti della Regione Renato Chisso. Per una volta, niente critiche beffarde all'operato di Ca' Farsetti. «Hanno fatto un bel lavoro», ammette. La Regione, del resto, sarà tra i primi beneficiari del nuovo ponte, avendo acquistato dalle Ferrovie gli uffici compartimentali di Santa Lucia. A ponte installato, insomma, negli uffici regionali si potrà andare a piedi da piazzale Roma, percorrendo il ponte di Calatrava. Che, promettono in Comune, dovrebbe essere inaugurato il 21 novembre, giorno della Madonna della Salute. Altri tre mesi di lavoro da quando, l'11 agosto, il concio centrale del ponte andrà al suo posto e la nuova struttura prenderà la sua forma definitiva. Cominceranno allora le operazioni di saldatura e poi il montaggio dei pezzi di marmo e vetro. Il concio centrale, pesante 250 tonnellate, sarà trasportato a piazzale Roma con lo stesso sistema la notte del 7 agosto. Sarà un po' più largo di quelli trasportati ieri. Delicata la fase per il passaggio sotto il ponte di Rialto, anche se dopo il «rodaggio» di ieri tutto sembra meno complicato. Superato quello scoglio l'operazione-ponte potrà dirsi quasi conclusa. E i veneziani potranno giudicare, guardando, se si tratti di un'opera di cui non c'era bisogno o di un grande segno dell'architettura contemporanea.

 

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