Cinquanta milioni per il Piano Casa e 28 contro il rischio alluvioni: così il Veneto investe i fondi europei

La giunta Stefani ha deciso le macro aree di intervento con i fondi europei: si punta subito sugli alloggi, sulle criticità idrauliche e sulla tecnologia

Federico Murzio
La giunta regionale capitanata dal presidente Alberto Stefani al lavoro
La giunta regionale capitanata dal presidente Alberto Stefani al lavoro

Intanto si parla delle due “A”, alloggi ed acqua. Cinquanta milioni per il Piano Casa e 28 milioni per interventi di resilienza idrica. È quanto deciso il 23 dicembre dalla giunta regionale durante, a conti fatti, la prima riunione operativa della compagine guidata da Alberto Stefani.

Fondi europei

Le risorse interessate sono europee e si concentrano nel quadro della finanza pluriennale 2021-2027. Il frutto della decisione della giunta è maturato nell’ambito della possibilità di riprogrammare la spesa del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr, la cui delega è in capo all’assessore allo Sviluppo economico Massimo Bitonci) e del Fondo sociale europeo plus (Fse +, la cui delega è rimasta nelle mani del presidente della Regione Stefani).

La riprogrammazione nasce dalla possibilità che l’Ue offre di rimodulare le risorse sulla base di necessità ed obiettivi. La Regione, per formalizzare la riprogrammazione, ha tempo fino al 31 dicembre. E, dettaglio tutt’altro che ininfluente, per usufruire dei vantaggi che questo tipo di riprogrammazione offre.

La programmazione degli investimenti

In ordine sparso: un anno in più per il completamento delle progettualità, una parte di co-finanziamento della Ue che passa dal 40 al 50 per cento, un pre-finanziamento una tantum del 20 per cento.

La condizione per ottenere questi vantaggi sta nella circostanza che il valore delle risorse da riallocare sia uguale o superiore agli 83 milioni di euro.

Cinquanta più ventotto fa 78 milioni. Gli altri cinque, anticipa il governatore, saranno riprogrammati «per sostenere investimenti che contribuiscono agli obiettivi della piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa e ad affrontare la carenza di manodopera e competenze, per posti di lavoro di qualità, legati a queste tecnologie».

«La riprogrammazione dei fondi comunitari approvata all’unanimità – dettaglia Stefani – con i vantaggi che questo comporta».

«Si tratta di 50 milioni di euro per il Piano Casa e 28 per interventi di resilienza idrica. Le risorse per gli alloggi – chiarisce Stefani – saranno destinate a interventi individuati in sinergia con gli assessorati al Sociale, al Lavoro e alle Imprese». In definitiva «l’obiettivo è favorire politiche per l’abitare a vantaggio dei veneti, con un’attenzione particolare alle esigenze dei lavoratori – continua Stefani –. Una parte cospicua dei fondi sarà impiegata per riqualificare immobili già di proprietà pubblica».

Il 23 la giunta ha deciso le macro aree di intervento nella riprogrammazione riservandosi di entrare successivamente nel dettaglio. L’idea di mettere successivamente nero su bianco i “dove, come e quando” degli interventi accomuna anche i 28 milioni di euro destinati alla resilienza idrica. Tema, in questa regione, particolarmente spinoso almeno nell’ultimo decennio.

Gli obiettivi

«La riprogrammazione ci consente anche di promuovere l’accesso sicuro all’acqua, la sua gestione sostenibile e proseguire nell’opera di messa in sicurezza del territorio dal rischio alluvioni – dice Stefani – Fra i possibili progetti da finanziare secondo la nuova priorità nel Programma regionale Veneto Fesr abbiamo individuato, in particolare, quelli per la riduzione del rischio idrogeologico, che saranno valutati in concerto con l’assessorato all’Ambiente, secondo dei criteri stabiliti: l’avanzata cantierabilità dei potenziali nuovi interventi e la coerenza generale dei programmi in una fase piuttosto avanzata dell’attuazione».

Sotto il profilo politico, dalle parole di Stefani, emerge subito un elemento che dà la misura della modalità di lavoro che il governatore vuole adottare. Ossia la volontà di mettere al lavoro i propri assessori in un’ottica di collaborazione tra assessorati e obiettivi comuni. Il prossimo step sarà il dettaglio degli interventi. —

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