Pdl in cerca d'identità e il Pd scommette sul laboratorio Chioggia
Quello del 15 e 16 maggio è un test elettorale che va oltre le amministrative

Un raduno della Lega Sopra, Antonio De Poli (Udc)
VENEZIA. La nebbia agli irti colli: questo dice il meteo elettorale. I partiti più grossi hanno perso i riferimenti locali, è un dedalo di alleanze in cui tutti vanno con tutti, nessuno tiene la barra, ognuno si arrangia. «Non è un caso - dice Leonardo Padrin - se Adria, Abano e Chioggia vanno alle elezioni dopo un commissariamento nato da cause tutte interne al Pdl. Nel partito nessuno si sente garantito da nessuno».
E' un attacco al vostro coordinatore regionale? «E' un dato di fatto - taglia corto Padrin -. Se ci fosse una tutela ci sarebbe anche una mediazione, una camera di compensazione in cui uno può rivolgersi prima di mandare tutto a carte quarant'otto. Così invece chi vince tende a stravincere e si sente legittimato a far fuori chi ha perso. La dirigenza indigena non si pone il problema di recuperare le carenze, tanto a farlo ci penserà Berlusconi. Questo è il male per niente oscuro del Pdl».
Alla faccia della dirigenza indigena: più che una risposta sembra una Tac. Ma non si discosta dal versante opposto la diagnosi di un medico, vero stavolta, anche se prestato alla politica, Antonino Pipitone di Idv: «A Chioggia il Pd è venuto a proporre la barzelletta del laboratorio, l'alleanza sperimentale con Udc e liste civiche. Guardano al modello nazionale invece che ai problemi delle persone: così favoriscono le divisioni e perderanno sempre. Noi facciamo alleanze per governare, non esperimenti di laboratorio. Appoggiamo l'ex sindaco Fortunato Guarnieri». Che ha mollato il Pd e corre con la sinistra. Ma Rosanna Filippin, segretaria del Pd, parla con fierezza della scelta di Chioggia: «Abbiamo deciso di esportare il modello che ci ha fatto vincere a Bassano. Siamo sicuri di andare al ballottaggio, poi speriamo in una ricomposizione con la sinistra».
Più soddisfatto di lei Antonio De Poli, che ha posizionato un uomo dell'Udc, Giuseppe Casson, ex assessore di Romano Tiozzo, a candidato sindaco di Chioggia per la lista-laboratorio con il Pd. E che a Treviso, per la Provincia, fa parte di un'alleanza anti-Lega che sembra la legione straniera: Udc, Api e Fli per appoggiare la Rete Civica di Marco Zabotti.
Ma di loro non si occupa Gian Paolo Gobbo: bisognerebbe che ci fosse un sole equatoriale e tutti andassero al mare per mettere in crisi la Lega. «Non c'è il minimo dubbio», dice. E più non favella. In compenso è andato anche lui a Chioggia, a sostenere il candidato sindaco della Lega Massimiliano Malaspina. Quello delle simpatiche scritte galeotte sui muri fatte da altri leghisti? «Una baruffa ciosota in più, una in meno, cosa sarà», replica il Gianpa. Neanche una parola sui suoi amiconi del Pdl. Tanto ci pensa Gentilini ad accarezzarli contropelo.
«Quelli del Pdl sono ridotti a comprimari, la Lega è una forza di occupazione, è come Attila, dove passa non cresce più l'erba - dice Laura Puppato, ex sindaco di Montebelluna -. Il Pdl soffre di questa situazione e reagisce male».
A Montebelluna la Laura si è candidata capolista. Marca il territorio come Berlusconi a Milano. La coalizione è un po' diversa: si chiama Ulivo, proprio quello di Prodi, che ha concesso il simbolo. Nostalgie? No, qui regge.
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