Medicina, test nel caos: oltre tremila a Padova per il secondo appello
Coinvolte 41 aule dell’ateneo per affrontare la prova: Fisica è la più temuta. C’è il timore di una fuga di notizie: picco di ricerche sul web per alcuni argomenti

Il secondo e ultimo round dei test di accesso a Medicina si apre oggi, 10 dicembre, tra mille dubbi, sospetti e un clima di palpabile tensione.
Dopo la vera e propria débâcle del primo appello, lo scorso 20 novembre, l’attenzione ora si concentra sul rischio di una fuga di notizie legata alle buste con le domande, custodite nei vari atenei italiani.
Sono 3.105 (erano 3.400 a fine novembre) gli aspiranti camici bianchi che tornano a sedersi tra i banchi dell’Università di Padova alle 11 di questa mattina per affrontare almeno una delle tre prove necessarie per continuare a seguire i corsi.
Nel dettaglio, sono 2.968 gli iscritti alla temutissima prova di Fisica – la stessa che al primo tentativo ha mietuto innumerevoli vittime, con appena il 14% di idonei a Padova – mentre 2.595 studenti si misureranno con Chimica e 2.545 con Biologia.
La riforma
Per la ministra Anna Maria Bernini queste devono essere ore particolarmente complesse. La sua riforma sull’accesso a Medicina continua a catalizzare critiche e ad accendere il dibattito, anche all’interno della stessa maggioranza di governo.
Prima il caso delle irregolarità, con la circolazione di decine di foto scattate all’interno delle aule dove si svolgevano i primi esami, e poi i risultati ben al di sotto delle aspettative hanno acceso ulteriormente gli animi.
Con le associazioni studentesche che promettono proteste, l’opposizione che annuncia interrogazioni parlamentari e persino alcuni rappresentanti del centrodestra (vedi il deputato leghista Luca Toccalini) che chiedono chiarimenti.
Come funziona il test
I candidati avranno tre ore per completare altrettanti scritti – in Fisica, Biologia e Chimica e propedeutica biochimica – e ottenere, per entrare in graduatoria e giocarsi di fatto il posto sognato, un punteggio pari o superiore a 18 (il massimo è 30) in ciascuno scritto.
Il test è cartaceo, predisposto da un’apposita commissione ministeriale sulla base dei Syllabus forniti, sempre da Roma, ai docenti: lo scheletro su cui hanno costruito ex novo un programma di lezioni da erogare in questi mesi. Una mole di informazioni che, a detta del presidente della Scuola di Medicina di Padova, Angelo Dei Tos, è evidentemente troppo impegnativa per un «semestre filtro» che nella realtà è poco più che un bimestre.
Le tre prove prevedono ognuna 31 domande, 15 a risposta multipla e 16 a completamento, e saranno una consequenziale all’altra in una maratona di tre ore.
Gli studenti avranno a disposizione 45 minuti per ciascuna di esse, mentre nel quarto d’ora successivo riprenderanno fiato finché gli verranno ritirati i compiti. L’ateneo ha predisposto 41 aule, tutte in zona Piovego, e come la scorsa volta non sarà permesso ai candidati di andarsene prima dello scadere del tempo.
Il timore di una fuga di notizie
Nonostante il rischio – evidenziato da più parti – di ritrovarsi con meno idonei dei posti disponibili, non c’è da temere (o sperare, dipende dai punti di vista) che questo secondo test possa essere più semplice del precedente.
Le buste contenenti i quesiti del primo e del secondo appello sono state infatti preparate contemporaneamente dal Cineca, il centro di supercalcolo fuori Bologna di cui si avvale l’università italiana, e distribuite agli atenei.
Giacciono da giorni nelle segrete stanze delle università di tutta Italia: a Padova sarebbero arrivate già venerdì scorso, con ampio anticipo, probabilmente per evitare ritardi legati al ponte dell’Immacolata.
Eppure, tra gli studenti (non solo padovani, beninteso) aleggia la sensazione che una fuga di notizie non sia impossibile.
Nulla di comprovato, certo, ma i sospetti si sono riaccesi nella notte scorsa, quando Google Trends ha registrato, attorno all’una, un picco anomalo di ricerche su temi come lipidi, cinetica delle reazioni, molalità, amminoacidi.
Le previsioni della notte prima degli esami, simili ai rituali di ogni Maturità (della serie, uscirà Leopardi o Manzoni?) fanno parte del folklore connaturato a ogni prova. Ma se gli argomenti sopracitati dovessero effettivamente comparire nei test di oggi, sarebbe difficile ignorare l’ennesimo campanello d’allarme.
Una cosa è certa: qualunque sarà l’esito di questa giornata, la discussione sulla riforma e sulla gestione dei nuovi test d’ingresso non si fermerà qui.
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