Olimpiadi 2020, Venezia costa un quinto di Roma
Dossier a confronto sui budget olimpici. Quasi 15 miliardi quello previsto dal comitato guidato da Gianni Alemanno contro i 2,6 miliardi stimati da Venezia 2020

VENEZIA. Dodici miliardi: vale due ponti sullo stretto di Messina la differenza tra i budget olimpici di Roma e Venezia. Quasi 15 miliardi (14,7) quello previsto dal comitato guidato da Gianni Alemanno contro i 2,6 miliardi stimati da Venezia 2020. Mentre la commissione di valutazione del Coni sta esaminando i dossier presentati dalle due città, emergono i primi elementi di comparazione sulla sfida per la candidatura italiana ai Giochi del 2020.
Costi previsti. I due dossier sono sovrapponibili per quanto riguarda i budget per la candidatura (45,1 milioni per Roma contro i 44,4 milioni per Venezia) e per l’organizzazione in senso stretto (1,9 miliardi Roma, 1,8 miliardi Venezia). Anche se va evidenziato che, per quanto riguarda i ricavi commerciali, Roma stima 9 milioni di biglietti vendibili segnando una crescita del 35% sulle previsioni di Londra e del 56% di Rio. Venezia si ferma a 5 milioni. La differenza sostanziale - con Roma che prevede costi per 12,7 miliardi e Venezia per 742 milioni - sta nel budget extra-organizzazione. Ovvero nelle infrastrutture, sportive e non, i cui costi sono di competenza dell’Agenzia Olimpica pubblica che, lo dice il nome, copre le spese con, in prevalenza, fondi pubblici. Il costo dell’evento che ricade sulla collettività sta qui.
Canottaggio d’oro. Il dettaglio delle spese extra-organizzazione parlano del diverso approccio delle due candidature. Con Venezia a ricomprendere progetti e opere già, in tutto o in parte, finanziate (sui 742 milioni stimati, 307 sono previsti indipendentemente dai Giochi). Quella romana, invece, si configura come una candidatura dal notevole impatto ex novo: 6 miliardi per infrastrutture di collegamento, 3,6 per gli aeroporti, 600 milioni per il Villaggio Olimpico (400 milioni per quello veneziano), 550 milioni per il Parco Fluviale Tevere. Solo 675 milioni (sul totale dei 12,7 miliardi) sono spese relative agli impianti sportivi. Di cui ben 400 milioni per la «cittadella dello sport» di Tor Vergata. Inoltre, per il solo impianto di canottaggio di Settebagni - confinante col Salaria Sport Village - è previsto un costo di 130 milioni contro i sette milioni stimati per l’analogo impianto venezia
Vantaggio impianti. Messo nero su bianco, pare sfumare anche il vantaggio della Capitale sul fronte impiantistico. Sui 30 impianti messi a dossier dalla Capitale, gli esistenti sono sette mentre quelli di Venezia (27 totali) sono cinque. Una struttura ciascuno da ristrutturare e 14 da allestire per Roma contro le otto di Venezia. Roma conta di allestire 14 sedi di gara in sei padiglioni della Fiera. Un “patrimonio”, quindi, che non è destinato ad arricchire la dotazione impiantistica. Sul fronte della sostenibilità, invece, gli impianti temporanei di Roma sono tre contro gli otto previsti da Venezia.
Villaggio e media. L’area dove Roma vuole realizzare la «casa olimpica» (Tor di Quinto) è di proprietà del Demanio militare. La disponibilità è condizionata all’assegnazione definitiva da parte del Cio. Quindi fino a luglio 2013 l’area (per altro in concessione temporanea) sarà indisponibile. Il Quadrante di Tessera, invece, è disponibile già oggi. Ultima chicca riguarda il villaggio media: Roma prevede una mini-city per 5mila tra operatori e giornalisti; Venezia l’ospitalità in ambito alberghiero o extra alberghiero. Per realizzare il villaggio media romano è previsto un investimento da 200 milioni: sono 40mila euro a giornalista.
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