Niente nuovo direttore per i Solisti Veneti Il futuro è in bilico

Il destino dei Solisti Veneti, l’orchestra da Camera italiana più popolare al mondo è in bilico.
Ad un mese dalla morte del suo direttore Claudio Scimone, restano irrisolti due problemi non da poco. La sua successione, che potrebbe anche non esserci – o comunque non essere così immediata – e il reperimento dei fondi di sostentamento che lo stesso Scimone raccoglieva e garantiva in prima persona.
Ora all’indomani del taglio del Fondo Unico dello Spettacolo che ha penalizzato fortemente le orchestre, questo è un problema di sopravvivenza. Ieri a Palazzo Moroni sono stati presentati i Concerti della domenica, dedicati al maestro scomparso.
«Mi auguro che questi concerti non siano l’epilogo dell’orchestra, spero che non si chiuda l’attività con il traguardo dei 60 anni» ha sottolineato l’assessore alla Cultura Andrea Colasio presentando gli eventi che partono il 14 ottobre e terminano il 2 dicembre. «I Concerti della Domenica sono nati nel 1966, avendo come prima sede lo storico Oratorio di San Rocco, ben presto dimostratosi insufficiente a contenere il pubblico» ha aggiunto l’assessore «La formula dei concerti, che da sempre si tengono la domenica mattina alle ore 11 e che sin dalla fondazione comportano un biglietto d’ingresso di costo ridottissimo, quasi simbolico, è pensata proprio per promuovere e favorire la più ampia partecipazione di quelle frange di pubblico altrimenti impossibilitate a partecipare ai normali concerti in orario serale».
«I Solisti si auto dirigeranno ad eccezione dell’11 novembre quando sarà tra noi sir James Galway. Siamo orfani e per noi questo è un momento molto delicato» sottolinea commosso Vittorio Dalle Ore, nipote del maestro e socio dei Solisti.
«La volontà è quella di continuare nella sua memoria. In merito ad un nuovo direttore non abbiamo deciso nulla, la riflessione ci porterà la soluzione sul da farsi. In merito al reperimento dei fondi per proseguire nell’attività è uno dei temi più impellenti. Lui era straordinario anche in questo, sapeva appoggiarsi anche ad enti privati, sarà compito nostro proseguire in quest’opera di sopravvivenza».
«La cosa migliore? Che non ci sia nessun nuovo direttore. Claudio ha trasmesso competenza e felicità, gli orchestrali sono con lui da 20, 30 anni, sanno dirigersi fin troppo bene. Tutti sanno già essere quello che lui voleva». Giuseppe “Bepi” De Marzi, già componente ventennale dell’orchestra non usa mezze misure nell’esprimere quello che pensa. «Noi tutti pensavano che il suo sorriso fosse eterno, trasmetteva la felicità, il suo ricordo ci rimarrà per sempre».
La speranza di tutti è che i Solisti possano proseguire ad essere il faro padovano nel mondo, alla luce di più di 6 mila concerti in 90 paesi. «Mi auguro che l’attività possa proseguire anche senza di lui» aggiunge la moglie Clementina «sono smarrita e sorpresa, continuo a ricevere attestazioni cordoglio da tutto il mondo». —
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