Nel parco c’è un albero per ogni anno

La «Nuova» festeggia il quarto di secolo piantando aceri, pioppi, farnie ed altre essenze in un luogo simbolico
Sono 25, come gli anni che compie oggi la Nuova, e cresceranno in un luogo di grande bellezza e di grande significato — il Parco San Giuliano — in un punto dal quale con lo sguardo si arriva a leggere l’anima profonda di questa città: la terraferma, e appena un respiro più in là Venezia, così vicina che sembra di poterla toccare.


La Nuova festeggia i suoi 25 anni anche donando al Parco, alla città e alla comunità 25 alberi, che negli anni cresceranno e diventeranno parte di questa geografia urbana proprio come è accaduto e continuerà a essere per il nostro quotidiano.


E’ simbolico il numero, naturalmente: candeline immaginarie a ricordare un momento per noi importante, che abbiamo voluto condividere con la città. Molto più che simbolica è invece la scelta: il verde, e dunque gli alberi, sono per gli uomini un’assicurazione sul futuro e sulla salute; e le loro radici, così come quelle della Nuova, affondano in questo territorio, ne traggono linfa vitale. Il loro fusto e le loro fronde, così come il nostro quotidiano mestiere dell’informare, crescono e crescendo ampliano la loro visuale, offrono un punto di riferimento sempre più evidente.


Gli alberi sono un messaggio che rivolgiamo a tutti i cittadini, ma in modo particolare ai giovani: l’ambiente è un patrimonio troppo importante, non solo va protetto ma in ogni possibile occasione va alimentato, ampliato, moltiplicato. Da sempre la Nuova si è schierata dalla parte del rispetto dell’ambiente: e se le parole sono il nostro mestiere, non sono certo vuote di significato. Non appena si è creata l’occasione abbiamo voluto trasformarle in un atto concreto.


L’area, di circa 5 mila metri quadrati, si trova nella zona ovest del parco in prossimità del pattinodromo, verso la Porta Gialla; è stata individuata da un gruppo di esperti e qui vengono messi a dimora 5 aceri, 3 Alberi di Giuda — molto amati, perché producono bellissimi fiori viola — e ancora 5 pioppi, 5 carpini, 3 frassini, 2 lecci, 2 farnie. Le piante sono state scelte, per le loro peculiarità rispetto al luogo che li vedrà crescere, assieme ai responsabili dell’istituzione Bosco e Grandi Parchi di Mestre. Sono specie tipiche delle nostre pianure e dei nostri boschi, ogni pianta avrà a disposizione uno spazio ampio e molti anni di fronte a sé per crescere.


Tra qualche anno, quello dovrebbe essere un autentico boschetto. L’area si chiamerà «arboreto della Nuova Venezia», e con questo nome da oggi sarà anche indicato sulle piante del Parco. Un leggio, che riproduce la testata della Nuova e riassume in poche parole il significato e la ragione di questa iniziativa, la indicherà ai passanti.


Lì, questa mattina, con una breve cerimonia, il boschetto — giovane e pieno di promesse — sarà inaugurato alla presenza delle autorità cittadine, e benedetto da don Fausto Bonini, delegato del Patriarca per la Terraferma. Ci sarà un brindisi augurale: le nostre radici, sempre più, saranno nella città e per la città.

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